Politiche di sostegno all’impresa come priorità assoluta del Piano di sviluppo rurale. Pochi indirizzi strategici ed ampia autonomia ai PSR: attraverso un minore centralismo burocratico, più flessibilità, partecipazione, dialogo sociale. E poi misure indirizzate a rispondere alle sfide strategiche del futuro: giovani, filiere e competitività, innovazione, territorio. Favorire i processi di integrazione progettuale e di aggregazione; e la massima semplificazione amministrativa e procedurale. E’ questa in sintesi la ricetta della Cia Toscana sul Piano di sviluppo rurale, emersa quest’oggi a Firenze, in occasione del convegno organizzato dalla Cia, dal titolo “Un PSR più dinamico, flessibile, efficiente per dare competitività al sistema delle imprese agricole”.


Il PSR – Secondo la Cia Toscana il Psr – è stato ed è strumento essenziale e unico di sostegno per le imprese che puntano su un futuro competitivo dell’agricoltura.  Il sistema delle imprese agricole ha dimostrato, nonostante la crisi, la propria voglia di resistere e rilanciare promovendo investimenti, innovazione, aggregazione. “Inutile girarci intorno – ha sottolineato Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – gli unici investimenti efficaci del PSR sono quelli finalizzati al sostegno del sistema delle imprese, che debbono essere sempre più qualificati ed indirizzati ad obiettivi strategici: filiere, giovani, innovazione, aggregazione, progetti territoriali che vedano protagoniste le imprese agricole. Molte riserve sull’efficacia degli interventi asse Leader”.


La situazione toscana – Fra gli elementi di criticità, in Toscana, la Cia ha evidenziato i tempi troppo lunghi, incompatibili con le esigenze aziendali: “un’azienda che vuole investire non può aspettare 6 mesi tra la chiusura di un bando e l’apertura del successivo – ha detto Marco Failoni della Cia regionale -. Nonostante il miglioramento già intervenuto lo scorso anno con il coordinamento provinciale dei piani, ancora non ci siamo. La domanda è: il gioco vale la candela? Eccessiva dispersione di risorse e procedure – ha aggiunto Failoni -. Così gli Enti si trovano spesso a dover gestire procedure complesse per 1-2 domande. Al di sotto di una certa “massa critica” graduatorie e gestione dei procedimenti andrebbero accorpate”. E poi la Cia Toscana mette in luce le frequenti disomogeneità di interpretazione delle norme e delle procedure, e i problemi che talvolta si presentano riguardo i sistemi informatici, che devono essere al servizio delle aziende. Ma la vera partita, chiarisce la Cia, è quella che si giocherà a Bruxelles: “Dalle prime bozze di regolamento – ha affermato Pascucci -, uscite in questi giorni, alcuni spunti interessanti e molti aspetti critici. La bozza contiene alcuni elementi di semplificazione sia su assi e misure che di ordine amministrativo, accanto ad un approccio che rimane insopportabilmente centralistico e burocratico, causa della maggior parte delle rigidità del PSR, che rispetto alle esigenze di flessibilità di cui l’agricoltura ha bisogno, si traduce in inefficienza. E – ha aggiunto il presidente Cia – assolutamente allarmante è il passaggio degli aiuti per i rischi calamità nell’ambito dello sviluppo rurale, che rischia di comportare una forte riduzione dell’intervento in termini finanziari ed una gestione procedurale più complessa”.


Gli altri interventi – Fra gli interventi quello dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori che ha ricordato che sarà importante concentrare gli interventi e puntare sulle filiere. E poi Interventi e relazioni di Giovanni Vignozzi, direttore ARTEA, che ha parlato dello stato di avanzamento del PSR: quanto, come e dove si spende in Toscana; di Anna Maria Betti Rappresentante UPI Toscana, sul ruolo della programmazione territoriale; e Oreste Giurlani, presidente UNCEM Toscana, sulle specificità e problematiche delle aree montane. Dello stato di attuazione dello sviluppo rurale in Italia, ha parlato Giuseppe Cornacchia, responsabile Dip.Sviluppo agroalimentare e territorio della Cia; mentre Roberto Pagni, dirigente Regione Toscana ha tracciato le prime ipotesi di semplificazione della Governance del PSR in Toscana. Infine Roberto Scalacci, responsabile sede di rappresentanza Cia a Bruxelles, ha parlato dello  sviluppo rurale nel dibattito sulla nuova PAC.


Firenze

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