Alla fine aveva ragione il presidente della Provincia di Grosseto Leonardo Marras. L’unico organismo ad avere legittimazione a legiferare sul decreto di riordino delle Province è il Consiglio delle autonomie locali. L’ammissione, tra le righe, è arrivata oggi dallo stesso Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi che, incontrando il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani ha rassicurato: «Saranno il Consiglio delle autonomie locali e poi il Consiglio regionale ad avanzare le proposte al governo». Se si sia trattato di un passo indietro o di un tentativo di ricondurre su più corretti binari una discussione che stava sfuggendo di mano alla Regione Toscana (leggi) lo vedremo. Di fatto, la richiesta di Marras (leggi) che aveva alzato le barricate contro la presunta legittimità della commissione paritetica del Consiglio Regionale sembra essere stata accolta in pieno. I fatti poi dovranno dimostrarlo.

I nodi da sciogliere restano ancora tanti Dopo l’annuncio che Firenze, Pisa e Siena sarebbero stati i capoluoghi naturali per le tre aree vaste indicate da Rossi le levate di scudo e le prese di posizione si sono sprecate. Da Grosseto a Livorno, passando da Arezzo e Massa è stata una rivendicazione continua delle proprie autonomie. Oggi, dopo l’incontro con Fanfani l’apertura sul ruolo del Consiglio delle autonomie locali.

Ma le posizioni restano distanti Anche Arezzo ha chiesto a Rossi di essere rappresentata nella commissione paritetica e un impegno a che non sia preclusa la possibilità di salvaguardare l'identità del territorio. Rossi ha ribadito però la propria convinzione che quella delle tre aree vaste è la soluzione «più sensata e razionale, che può davvero garantire efficienza, migliore programmazione e quindi un'offerta di servizi più adeguata, auspicando una proposta forte e condivisa della Toscana».

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