rondine«So che a Rondine sta crescendo una nuova generazione, anzi un nuovo genere di leader del mondo, leader che abbiano il coraggio del dialogo, che sappiano cercare, scavare per capire le ragioni dei conflitti. Oggi il mondo ha grande bisogno di questo coraggio e per questo ho avuto l’idea di candidare Rondine al Nobel per la Pace 2015 e sono molto felice di dirvi che la candidatura è stata accettata». Così la vice presidente della Camera, Marina Sereni, accogliendo i ragazzi di Rondine, un’Associazione che, in un borgo alle porte di Arezzo, ospita per due anni giovani provenienti da Paesi in conflitto tra loro.

«Ho incontrato per la prima volta l’Associazione Rondine – ha raccontato Sereni – nel 2013 e sono rimasta molto colpita dalle parole dei ragazzi. Mi venne la curiosità di conoscere più da vicino questa esperienza e decisi di andare a visitare Rondine. La scintilla che avevo sentito nel primo incontro era giusta: Rondine Cittadella della Pace è un luogo straordinario, dove è possibile vivere un’esperienza profonda e semplice al tempo stesso. I ragazzi e le ragazze di Rondine nella convivenza, nel quotidiano, sperimentano che non è possibile rimuovere i conflitti ma che invece è possibile affrontarli e gestirli, cercando di cogliere le ragioni dell’altro attraverso gli strumenti del dialogo e della diplomazia dal basso. Questi giovani sono il futuro, saranno i leader di domani, vengono spesso da Paesi in guerra – conclude – diventeranno costruttori di dialogo e di pace. La candidatura al Nobel e’ un punto di partenza non di arrivo».

Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, plaude alla candidatura al Premio Nobel per la Pace di Rondine: «Quello che apprezzo è il loro metodo di dialogo, ci vuole più coraggio in questo che nelle ostilità. Loro insegnano a superare, anzi ad ‘abitare’, i conflitti». E Galantino l’11 luglio si recherà nella cittadella in provincia di Arezzo per conoscere questa realtà da vicino. «E all’associazione, quando ero vescovo in Calabria – dice ancora il segretario Cei -, ho rilanciato anche una sfida: non solo mettere insieme palestinesi e israeliani, ceceni e georgiani, ma anche giovani di famiglie mafiose in conflitto tra loro. Questo significherebbe andare in profondità» rispetto al concetto di dialogo e confronto. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti ha evidenziato che «oltre alla politica, e anche prima della politica, viene proprio la formazione umana. E quindi sono importanti questi strumenti per costruire il futuro. La fine della strumentalizzazione dei conflitti è la pietra angolare sulla quale costruire un domani in qui questi stessi conflitti non si ripetano». Il presidente di Rondine, Franco Vaccari, presentando i giovani che hanno già fatto questa esperienza e i nuovi 18 che si accingono a farla ha commentato con gioia la candidatura al Nobel: «Noi lavoriamo ogni giorno per smontare il concetto di nemico».

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