Parte martedì 21 novembre dall’Obihall di Firenze il tour italiano di Ara Malikian, prodigio armeno-libanese del violino, divo dei territori ispanici di tutto il mondo, con il suo impetuoso sound sospeso tra virtuosismo classico e tutta la cultura etno-rock che scorre nelle sue vene.

Già protagonista dell’ultimo Concerto del Primo Maggio a Roma e di selezionate apparizioni televisive, Ara Malikian è tra le novità più coinvolgenti e interessanti del panorama europeo. Con il suo nutrito ensemble di archi, unito a spunti della formazione tradizionale rock, il repertorio di Malikian travolge gli spettatori in una danza irresistibile in cui ogni ritmo folk, dalla tradizione medio-orientale al gipsy, dal flamenco al latino americano soprattutto in chiave cubana, fino alle più sofisticate citazioni classico-barocche e alle incursioni nel rock evergreen, si fonde in un sabba magico, avvolgente e trascinante. Impossibile resistere alla tentazione della danza, alla malinconia e al romanticismo in un crescendo emotivo controllato dal virtuosismo assoluto del suo primo interprete, il carismatico, extravagante, eclettico, apolide per destino e vocazione, cosmopolita, onnivoro Ara Malikian. Definire il concerto e l’album “The Incredible Story of Violin” pubblicato di recente in Italia, è davvero difficile, data l’infinita quantità di spunti, citazioni, echi che punteggiano il tessuto musicale. A fare da comune denominatore è la potenza emotiva che trascina l’ascoltatore, portandolo dalla danza alla contemplazione, quindi di nuovo al ballo più sfrenato senza alcuna forzatura, in un flusso continuo che sembra sempre improvvisato anche se costruito da una delle menti musicale più sofisticate del nostro tempo. Forse l’unica vera incarnazione del concetto di ‘musica popolare’ in circolazione in Europa.

Articolo precedenteRequiem per Bacalov. La Chigiana ricorda il premio Oscar, maestro di composizione
Articolo successivoPasseggiata d’autore. In cammino con Vittorio Alfieri, tra amicizie e ispirazioni letterarie