Cinque anni dopo l’album “Champagne for Gypsies”, Goran Bregovic torna con una nuova creazione incentrata sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica, il disco “Three Letters from Sarajevo”, edito da Universal.   L’album, insieme ai cavalli di battaglia della sua corposa discografia, saranno al centro dello spettacolare tour teatrale che lunedì 5 febbraio lo vedrà sul palco dell’Obihall di Firenze accompagnato da un’orchestra di 18 elementi (ore 21).

Il concerto Bregovic porta in sé il melting pot che prova a raccontare nel nuovo album. “Three Letters from Sarajevo” è la storia di una grande città con le sue tante credenze, identità, con i suoi complessi paradossi. Sarajevo è la metafora dei nostri tempi, un luogo dove un giorno si vive da buoni vicini e il giorno dopo ci si fa la guerra.  Il nuovo lavoro di Goran Bregovic “Three Letters from Sarajevo” si ispira a questa metafora.  Per l’occasione all’album hanno partecipato voci meravigliose ed esplosive: Bebe, Riff Cohen, Rachid Taha, Asaf Avidan. Pochi musicisti sono riusciti a sviluppare un’arte così varia, che combina insieme una così grande varietà di stili e tecniche senza perdere la propria identità. Ogni pezzo di Bregovic sembra sempre diretto al mondo intero, senza distinzione di razza, sesso, età e religione. Compositore contemporaneo, musicista tradizionale o rock star, Bregovic ha combinato insieme stili e tradizioni le più disparate per inventare una musica che è allo stesso tempo universale e assolutamente sua.

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