FIRENZE – Made in Tuscany. Un’etichetta del genere non esiste, ma la riconoscibilità della Toscana nel 2022 ha superato ogni aspettativa.

A trainarla Firenze e Siena, che hanno messe insieme 1,5 miliardi di export tra cibi e bevande. Il capoluogo regionale 848 milioni (+25% rispetto all’anno scorso), Siena 643 milioni (+12%). Negli ultimi dieci anni il tasso di crescita regionale è stato del 74%, mentre l’importo complessivo è di 3,3 miliardi.

“E’ un risultato maturato in un contesto geopolitico complicato che rafforza il primato di riconoscibilità internazionale delle nostre produzioni e dimostra la straordinaria capacità di penetrazione nei mercati stranieri di vino, olio, formaggio e pasta regionali – afferma Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – . Purtroppo la visione miope e discriminatoria di alcuni paesi dell’Unione Europea vorrebbe imporre etichette allarmistiche sul nostro cibo e sui nostri vini equiparandoli alle sigarette. Pura follia”.

Secondo il dirigente però non è l’unica insidia. “L’altra grande minaccia arriva dalle multinazionali del cibo sintetico pronte ad inondare il mercato mondiale di carne, pesce e latte prodotto nei bioreattori spezzando per sempre il legame tra uomo, natura e paesaggio – sottolinea ancora Ferretti -. Per fermare la deriva dei cibi artificiali serve una legge del nostro Governo: la proposta di un disegno di legge c’è già, ora serve un ultimo sforzo per discuterla ed approvarla in Parlamento”.

I prodotti più esportati sono vino, olio, piante, pasta, piante, frutta ed ortaggi. Germania e Francia sono i paesi del vecchio continente più importanti insieme al Regno Unito, poi gli Stati Uniti d’America ed il Canada.

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