Cinquecentosessantasette passeggeri, di cui ben centotrenta bambini. Con numeri ed emozioni difficili da dimenticare, il cinque Novembre 2017, il treno a vapore tornava finalmente a sbuffare sulla linea, approdando alla vecchia stazione a Saline di Volterra. Erano passati appena quattro anni, da quando la Regione aveva lanciato ai territori la sfida di reinventarsi, anche ai fini del rilancio turistico della tratta. La linea Cecina – Saline di Volterra, considerata un ramo secco, era infatti stata, in un primo momento, soppressa. Il viaggio di riapertura, dopo due anni di fermo, di trattative e di proteste, fu effettuato, Presidente della Regione in testa, su un’ALN 772, unica carrozza motrice. La mattina del 14 Dicembre 2013, a parte qualche contestazione che esulava dalle tematiche ferroviarie, fu l’inizio di una vera e propria giornata di festa, a centocinquanta anni esatti dalla realizzazione dell’asse ferroviario, che andava a collegare il territorio del Volterrano alla rete ferroviaria nazionale.

Formula vincente Oggi il treno a vapore, sulle orme del Treno Natura della Valdorcia che è il vero e proprio modello di riferimento, tornerà, come ogni anno dal 2017, a sferragliare sull’antica linea. Stavolta sarà Domenica primo Novembre. Una formula che funziona, con identità e territorio, memoria e promozione delle eccellenze locali, in un’ottica di destagionalizzazione e fruizione lenta, insieme all’ambizione di creare occasioni di visita in ogni periodo dell’anno. Un fenomeno peraltro, quello dei treni storici, in crescita, come testimoniano le parole di Luigi Cantamessa, Direttore Generale della Fondazione Fs italiane, che parlava, già nel 2019, di una stima di circa ottantamila persone trasportate nell’anno. Il “treno del sale” si inserisce in questo contesto, creando un connubio, da subito divenuto naturale, fra le antiche saline ed il treno, che tanto di quel sale ha portato, fino a qualche decennio fa, quando purtroppo anche lo scalo merci vide la sua chiusura. Il borace, la lignite di Berignone, l’alabastro, oltre al sale, videro nel treno uno straordinario vettore, per il collegamento su terra e col porto di Livorno, da cui partivano i bastimenti.  Suggestioni mai sopite, con le Università di Firenze, Pisa e Siena, che appena qualche anno fa, si erano dette disponibili a studiare un modo per riaprire lo scalo merci a Saline di Volterra.

Il plastico capolavoro Ma il treno di Volterra, continua a far sognare, semplicemente quando da Saline, si vede il profilo della città, sullo sfondo. E mentre le ipotesi, su un possibile riuso della tratta, si sprecano, un treno in miniatura è già tornato sul colle. Una giovane coppia, in Via Castrati, pieno centro storico di Volterra, ha infatti creato una vera e propria “chicca” per gli appassionati. Si tratta della ricostruzione, meticolosa ed intrigante, della ferrovia, che dalle antiche saline affrontava, dopo un primo leggero dislivello, “le acclivi pendenze presenti per salire sul colle”. Per superare questo problema, l’ingegnoso sistema della cremagliera. Il plastico, capolavoro di modellismo con luci, movimenti e suoni caratteristici dei treni d’epoca, vede nella certosina riproduzione del sistema a cremagliera, una vera e propria rarità, che da sola merita la visita. Ma la giovane coppia volterrana ha un altro sogno nel cassetto, ossia quello di ricostruire in scala tutta la linea, da Volterra al mare. Un sogno, come lo è quello di poter rivedere un mezzo su ferro, arrampicarsi di nuovo per raggiungere l’eterea “città di vento e di macigno”. Sogni più o meno inarrivabili, come quello che invece hanno realizzato i volontari dell’associazione Ferrovie turistiche italiane, che son riusciti a riportare il treno a vapore tra le colline del Volterrano.

D’altra parte, come ci sussurrava Edgar Allan Poe, «coloro che sognano di giorno, sanno molte cose, che sfuggono a chi sogna solo di notte»

di Marco Buselli

Articolo precedenteIl più antico cane d’Italia. Resti dell’animale trovati dall’Università di Siena in 2 siti paleolitici in Puglia
Articolo successivoScuola e trasporti. Gli NCC pronti a collaborare con enti locali