RIOTORTO – Unicoop Etruria ha avviato la fase 2 del suo piano industriale 2025-27.
Il programma prevede la vendita di alcuni supermercati, l’apertura di altri, la conferma dei magazzini di Vignale e Castiglione del Lago e una riduzione del personale, sulle cui modalità si avvierà un confronto con le parti sociali.
Nel corso di un incontro a Roma con i sindacati di categoria, la cooperativa ha illustrato un piano definito “per rafforzare solidità, sostenibilità ed efficienza, valorizzando il legame con i soci e continuando a garantire una presenza territoriale diffusa nelle 4 regioni storiche di insediamento con una rete di oltre 130 supermercati”.
Dopo la fusione di Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia che ha dato vita a Unicoop Etruria, la cooperativa sottolinea che “i primi risultati delle azioni avviate nel 2025 confermano la bontà del percorso intrapreso”, evidenziando come le politiche commerciali, tra cui un importante investimento nella riduzione dei prezzi, “hanno consentito la crescita delle vendite e il recupero di quote di mercato nei territori di riferimento in coerenza con gli obiettivi previsti dal piano industriale”.
Parallelamente, è in corso un rafforzamento patrimoniale di oltre 200 milioni di euro, “volto a garantire stabilità e continuità nel tempo, mantenendo al centro i valori che da sempre ne ispirano l’azione”.
Il percorso è definito “complesso, ma necessario”, con l’obiettivo di assicurare “una prospettiva di sviluppo duraturo, capace di coniugare competitività, valorizzazione dei soci e dei territori”.
La razionalizzazione della presenza territoriale punta a “migliorare l’efficienza operativa e rafforzare l’offerta commerciale, mantenendo alta l’attenzione sulla qualità, sulla convenienza e sull’etica del consumo”. La sede principale resterà a Vignale Riotorto, mentre rimarranno presidi territoriali a supporto diretto della rete di vendita e del rapporto con i soci.
Tra le novità principali figura la cessione ad altri operatori di 23 punti vendita, individuati come “non più sostenibili per mutate condizioni di mercato o sociodemografiche, in sovrapposizione con altri punti vendita della cooperativa oppure troppo distanti rispetto ai territori di riferimento”. Secondo la cooperativa, questo mira a garantire “una rete di vendita efficiente, in grado di rispondere meglio e di più alle esigenze dei territori e delle comunità in cui opera”.
Restano invece confermati i magazzini di Vignale e Castiglione del Lago, descritti come “fondamentali e non saranno interessati dalla riorganizzazione, ma anzi oggetto di specifici investimenti per rafforzarne il ruolo”.
Il piano prevede inoltre “significativi investimenti in ammodernamento, innovazione e convenienza” e risorse dedicate alla formazione del personale per sostenere lo sviluppo professionale. Nel biennio 2026-2027 sono in programma importanti ristrutturazioni e tre nuove aperture in Umbria.
Sul fronte occupazionale, Unicoop assicura che “nel pieno spirito cooperativo continueranno gli incontri con le organizzazioni sindacali con l’obiettivo di condividere le tappe del percorso di riorganizzazione”, puntando alla “massima conservazione dei posti di lavoro nel rispetto delle persone e della sostenibilità complessiva”.
Tuttavia, le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno già proclamato lo stato di agitazione, annunciando scioperi e assemblee in tutti i luoghi di lavoro per discutere le azioni da intraprendere.
I sindacati mettono l’accento sui rischi per l’occupazione, stimando che la riduzione del personale interesserà circa 180 addetti nelle sedi di Vignale e Castiglione del Lago e circa 340 posti nella rete commerciale, coinvolgendo 6 punti vendita ex Coop Centro Italia, 6 ex Unicoop Tirreno e 12 supermercati Superconti di Terni.
Criticano inoltre il piano definendolo “una scorciatoia che scarica ancora una volta su lavoratrici e lavoratori il costo delle scelte e delle gestioni inefficienti del passato”, sottolineando come “dopo aver ceduto a Unicoop Firenze larga parte dei negozi toscani”, l’azienda si appresta ad abbandonare “intere aree della cooperativa, come il sud del Lazio, le Marche e parte della provincia dell’Aquila”.







