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SCARLINO – Il conto da pagare è salato. La Venator di Scarlino (Grosseto) ha deciso di aumentare il numero di licenziamenti, aggiungendo altri 41 esodi ai 17 già previsti.

E a rischio ci sarebbero altre 80 persone. Situazione che è deflagrata con lo sciopero dei lavoratori dell’azienda chimica. “Non si può sedere ai tavoli a Firenze – hanno affermato gli assessori Monia Monni e Leonardo Marras – per parlare di prospettive aziendali e poi tornare a Scarlino e avviare procedure di licenziamento. Si tratta di un fatto grave che va in totale controtendenza rispetto ai propositi di rimanere sul territorio e avviare un serio piano di investimenti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Marco Simiani del Pd: “Noi ci impegneremo e lotteremo contro questa decisione, perché non è possibile arrivare a questo punto nella totale ‘lontananza’ del datore di lavoro e contro accordi di collaborazione già presi. Il lavoro è la base della nostra democrazia”.

Non da meno la Uil provinciale: “Purtroppo i ripetuti incontri e le rassicurazioni da parte dell’azienda si sono rivelate delle chimere generando anche false aspettative sia nei lavoratori che nelle rappresentanze sindacali oltre che nelle istituzioni sia locali che regionali. La nostra provincia non può più permettersi di perdere anche solo un posto di lavoro poichè già troppe sono le vertenze aperte non ultima quella di Alival che anch’essa pochi giorni fa ha aperto le procedure di licenziamento collettivo a livello nazionale con incidenza sullo stabilimento dell’Amiata”.

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