FIRENZE – Più vicina ai cittadini e in grado di assorbire meglio le criticità. La sanità del futuro si presenta, secondo la riforma che andrà a regime nei prossimi tre anni.

Si basa su case di comunità, ospedali di comunità e 37 centrali operative territoriali ed è pensata per un migliore interazione con il territorio. Un ruolo importante l’avranno l’innovazione e i servizi digitalizzati, la telemedicina e il telemonitoraggio. Gli utenti continueranno ad accedere al sistema attraverso il 116117 (il numero unico per cure non urgenti), rivolgendosi al medico o al pediatra di famiglia, alle case di comunità o al punto unico di accesso, attraverso il segretariato sociale o ai punti insieme, ai consultori e ai servizi della salute mentale delle dipendenze, ai centri servizi e ai centri per le famiglie.

Le 37 centrali operative territoriali, con un medico e cinque infermieri in servizio in ognuna e aperte 12 ore al giorno per sei giorni alla settimana, che funzioneranno in back-office come una sorta di cabina di regia smistando percorsi e bisogni in base alle esigenze del cittadino, in modo integrato e semplificando, per i cittadini, percorsi amministrativi a volte ostici.

Nasceranno poi le case di comunità, da 70 a 77 in tutta la regione, con all’interno specialisti di base ma anche medici di famiglia, pediatri, infermieri di comunità e assistenti sociali. Offriranno assistenza in raccordo con la rete ospedaliera. E nasceranno anche gli ospedali di comunità, per le cure intermedie di persone fragili o anziane o con patologie croniche che necessitano di interventi a bassa intensità, se non trattabili a domicilio.  Ci sarà almeno un ospedale di comunità in ogni zona distretto o per società della salute, con circa venti posti letto ogni 50mila abitanti.

“Si tratta di un progetto – ha affermato l’assessore alla Sanità, Simone Bezzini – che parte dalla storia di questa regione, che ne valorizza le specificità ma che apporta un ridisegno complessivo. E’ anche il frutto di un percorso di partecipazione e di un confronto con territori e attori del sistema”.

Per l’assessore regionale alle Politiche sociali, Serena Spinelli “il percorso di riforma che stiamo avviando ridefinisce il modello organizzativo dei servizi sociosanitari territoriali non solo allineandosi a livello nazionale al Pnrr e al Dm77, ma anche raccordandosi con il piano nazionale dei servizi sociali e il piano per la non autosufficienza”.

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