«Se la griffe D&G lo riterrà uno spazio adeguato sono disponibile ad offrire la splendida Piazza dei Priori e spazi comunali idonei per presentare le proprie collezioni. Chi rappresenta le nostre eccellenze nel mondo deve avere spazio ed opportunità».  Nella querelle tra Comune di Milano e i celebri stilisti Stefano Gabbana e Domenico Dolce si insinua il sindaco di Volterra Marco Buselli, offrendo ai due la vetrina d’eccellenza della cittadina toscana. «Volterra è un palcoscenico naturale – spiega il primo cittadino Buselli – , se Dolce e Gabbana vorranno possiamo parlarne fin da subito. Altra cosa sono gli aspetti legati alle vicende giudiziarie che hanno nelle aule di tribunale la loro più giusta e opportuna collocazione secondo il percorso che la legge deciderà di compiere».
 
La vicenda  Venerdì scorso le boutique D&G di via della Spiga e corso Venezia a Milano non hanno aperto. Con tanto di cartello per spiegare a italiani e stranieri l'insolita serrata: «Chiuso per indignazione. Closed for indignation». A generare lo sdegno dei due stilisti era stato qualche giorno prima l'assessore al Commercio del Comune di Milano Franco D'Alfonso che avrebbe dichiarato: «Non bisognerebbe concedere spazi simbolo della città a personaggi famosi e marchi vip che hanno rimediato condanne per fatti particolarmente odiosi in questo momento di crisi economica come l’evasione fiscale». Una dichiarazione che ha portato Stefano Gabbana a scrivere sul suo profilo Twitter «Comune, fate schifo». Di qui la decisione di chiudere per tre giorni i negozi simbolo della griffe. A gettare benzina sul fuoco il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: «Battuta improvvida, ma offese inaccettabili». Oggi i negozi D&G hanno riaperto e il sindaco Pisapia ha invitato i due stilisti «a venire qui al Comune per chiarirci». Il chiarimento, forse, arriverà. Nel frattempo Volterra strizza l’occhio a Dolce e Gabbana.  

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