Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio e candidato del Movimento 5 Stelle in Basilicata, sarebbe indagato dalla Procura in un’inchiesta per riciclaggio a Siena. Ne danno notizia, stamattina, tre quotidiani Il Messaggero, La Stampa e il Corriere della Sera, speigando come l’indagine riguardi ‘passaggi di fondi nell’ambito dell’acquisto di bar e ristoranti’ proprio nella città del palio dove l’imprenditore è titolare di alcune attività. La sua candidatura al Parlamento fu annunciata da Luigi Di Maio nel corso della presentazione della squadra pentastellata.

Le parole del legale «Il mio assistito ha ricevuto agli inizi del 2017 una richiesta di proroga d’indagini preliminari su un fascicolo aperto a metà del 2016 per fatti relativi al trasferimento fraudolento di valori in materia di riciclaggio; da allora, nonostante la nostra piena disponibilità a chiarire qualsiasi contestazione, non abbiamo ricevuto nessuna convocazione». Così Enrico De Martino, legale difensore di Caiata dopo aver incontrato questa mattina il Procuratore Capo del tribunale di Siena Salvatore Vitello, titolare dell’indagine sul candidato pentastellato. «Ho ribadito la disponibilità del mio assistito ad essere ascoltato anche perché non sappiamo con certezza da cosa dovremmo difenderci» ha aggiunto l’avvocato De Martino evidenziando: «a marzo dello scorso abbiamo anche depositato una memoria di 20 pagine con oltre 30 documenti contabili delle operazioni relative alle società riconducibili al mio assistito». «Mi sembra si faccia molto rumore per nulla e comunque ne sanno più i giornalisti di me» ha concluso l’avvocato riferendosi alle notizie di stampa relative alle indagini della Gdf su Salvatore Caiata.

Il post su facebook «Sono totalmente convinto della mia buona volontà, della mia buona fede e della mia innocenza ma non voglio che il M5s abbia alcun danno da questa vicenda perché nulla c’entra. Per questo metto totalmente a disposizione tutta la documentazione che possa servire per chiarire questo attacco che mi viene rivolto e mi autosospendo dal Movimento». Lo annuncia in un post il candidato M5s Salvatore Caiata che poi prosegue: «Per me stamattina non è stato un buon risveglio, perché mi sono trovato coinvolto in questo ciclone mediatico che mi lascia sbalordito, triste, dispiaciuto, furibondo, con chi senza pietà e senza sapere distrugge la vita di una persona che si è sempre comportata per bene».

Tempistica sospetta «Sono una persona perbene e mio figlio può essere orgoglioso di suo padre perché ha sempre fatto tutto in modo onesto – si difende Caiata -. E’ sicuramente sorprendente la tempestività con cui una notizia vecchia di due anni venga riportata oggi, da tutti i media nazionali, a meno di dieci giorni dal voto. L’affetto e le dichiarazioni di stima che ho ricevuto da migliaia di persone mi danno la forza per essere più determinato di sempre a voler contribuire al cambiamento di questo Paese»

L’esclusione «Al di là delle sue eventuali responsabilità penali che sarà la magistratura ad accertare, per le nostre regole omettere un’informazione del genere giustifica l’esclusione dal MoVimento 5 Stelle». Così invece il leader M5s Luigi Di Maio in un post su Fb. «Abbiamo conosciuto Salvatore Caiata come presidente del Potenza calcio e ‘lucano dell’anno’. Per questo è stato candidato con il Movimento 5 Stelle. Al momento della sua candidatura ci ha fornito tutta la documentazione che attestava che la sua fedina penale era pulita e nulla è risultato né dal certificato penale né da quello sui carichi pendenti. Oggi apprendiamo per la prima volta che su di lui c’è un’indagine che risale al 2016, di cui Caiata non ci ha informati. Se lo avesse fatto gli avremmo chiesto, come da nostro Regolamento, di fornirci per la candidatura il certificato rilasciato ai sensi dell’art. 335 del c.p.p. e i documenti relativi ai fatti contestati».

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