Si chiama ‘Donne in Guardia’ ed è il progetto partito dal Quartiere 4, nato da un’idea della presidente della Commissione sport del quartiere 4 Barbara Felleca, che ora si estende a tutta Firenze. E’ stato lo stesso sindaco Dario Nardella, con l’assessore allo sport Andrea Vannucci, l’assessora alle pari opportunità Sara Funaro, il presidente del quartiere 4 Mirko Dormentoni, il presidente del Combat Lab di Firenze Paolo Morelli e la campionessa mondiale di kickboxing Gloria Peritore a presentare i prossimi dieci appuntamenti.

Difesa e non solo Il progetto consiste in vari seminari sulla difesa personale femminile ma va molto oltre l’insegnamento di tecniche di arti marziali e di sport da combattimento. Durante questi corsi viene insegnato come prendersi cura del proprio corpo mantenendosi in forma ed efficienti. Questo perché una persona in forma fisicamente ha più possibilità di difendersi o di riuscire a scappare in caso di aggressione e ha meno probabilità di diventare vittima di qualsiasi tipo di abuso. Inoltre, con la collaborazione di uno psicoterapeuta vengono insegnate tecniche di gestione dell’ansia e di rilassamento, questo perché in caso di aggressione la paura potrebbe portare alla paralisi della vittima e alla conseguente incapacità di difendersi. Si tratta di un concetto di difesa personale a 360 gradi che non trascura nessun aspetto delle strategie difensive. In più, il mantenimento di un certo stile di vita, sano e improntato sulla cura di se stessi, sia dal punto di vista fisico che mentale, oltre a proteggere le donne da eventuali malintenzionati, rappresenta una protezione nei confronti delle malattie, delle dipendenze e di altri possibili eventi traumatici.

Il sindaco: «Coinvolgere mille donne in prossimi 6 mesi» «L’obiettivo di ‘Donne in guardia’ – ha detto in sindaco Nardella – è di arrivare a coinvolgere 1.000 donne nei prossimi sei mesi. E’ necessario porre massima attenzione anche all’aspetto psicologico, le donne hanno bisogno di sentirsi sicure. La replica del progetto su tutta la città ci rende orgogliosi perché troppo spesso si parla della sicurezza in modo banale: la questione della violenza contro le donne è molto complessa, chiama in causa la nostra società civile, le famiglie, la scuola e la comunità». Il sindaco ha ricordato il caso di Michela Noli, la donna uccisa dall’ex marito all’Isolotto, affermando che è bello che «il progetto sia nato nel suo quartiere».

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