Sono 60mila i lavoratori della manifattura in Toscana potenzialmente a rischio di perdere il lavoro per effetto della crisi innescata dalla pandemia, dopo che già si contano già 4mila addetti in meno dall’avvio del lockdown ad oggi: è la stima dell’Irpet, secondo cui molti dei beneficiari della Cassa integrazione potrebbero non essere reintegrati al loro posto in prospettiva, viste le condizioni del settore. La contrazione complessiva delle ore lavorate, da marzo a fine settembre, è pari al 23% del totale.

I settori in crisi nelle province toscane Pisa, Livorno, Firenze ed Arezzo risultano i territori provinciali con la maggiore riduzione di unità di lavoro nella manifattura. Nella provincia di Pisa, secondo quanto afferma l’Irpet nel suo barometro del Covid-19 numeri 17, ha inciso negativamente l’andamento osservato nel settore legato alla conceria; a Livorno quello della meccanica (automotive) e della chimica; al dato negativo di Firenze contribuisce soprattutto il ricorso agli ammortizzatori sociali della pelletteria. Ad Arezzo, infine, è la metal-meccanica (produzioni di metallo, apparecchi meccanici e macchine elettriche) a determinare la caduta delle unità lavorative.

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