PISA Il 27 maggio ricorrono i 60 anni dalla morte di Antonio Ligabue, pittore tra i più significativi del Novecento italiano.
A Pisa è in programma una conferenza (palazzo Gambacorti, sala Baleari, ore 16.00) di presentazione della vita e dell’opera del grande artista dal titolo “Il ruggito dell’anima”. Sarà l’occasione per annunciare la mostra celebrativa dedicata alle sue opere che si terrà gli Arsenali Repubblicani di Pisa dal 26 dicembre prossimo.
Iscriviti al nuovo canale WhatsApp di agenziaimpress.it
CLICCA QUI
Per continuare a rimanere sempre aggiornato sui fatti della Toscana
Iscriviti al nostro canale e invita
La conferenza offrirà al pubblico la possibilità di conoscere la “potenza espressiva e il mondo interiore di un artista che ha saputo parlare con voce unica e universale”. La narrazione racconterà la parabola umana e creativa di Ligabue, mettendone in luce la straordinaria vicinanza ai grandi protagonisti dell’Espressionismo europeo.
L’evento è promosso dalla Fondazione Augusto Agosta Tota per Antonio Ligabue, in collaborazione con Beside Arts e ARTIKA e con il patrocinio del Comune di Pisa. Protagonista della giornata sarà il curatore della mostra Mario Alessandro Fiori, segretario generale della Fondazione e profondo conoscitore dell’opera del maestro. All’evento interverranno l’assessore alla Cultura del Comune di Pisa Filippo Bedini e Daniel Buso di ARTIKA.
“Due importanti occasioni, per raccontare e mostrare il genio di Ligabue, si presentano a Pisa” – afferma Mario Alessandro Fiori – “una conferenza e una mostra tramite le quali sarà possibile raccontare la forza di quest’artista, la sua urgenza espressiva e la sua appartenenza, spesso non riconosciuta a sufficienza, a uno dei movimenti fondamentali dell’arte europea del Novecento: l’Espressionismo. Ligabue è stato, a pieno titolo, il nostro espressionista. Le sue opere, con quei volti distorti dal dolore, gli animali feroci carichi di tensione vitale, le nature selvagge e visionarie, parlano la stessa lingua di Edvard Munch, di Egon Schiele, di Oskar Kokoschka. Come Van Gogh, anche Ligabue dipingeva con la forza del sentimento, scavando dentro la materia pittorica per restituire emozioni viscerali. In un’epoca in cui l’Espressionismo attraversava l’Europa come linguaggio dell’inquietudine e della verità interiore, Ligabue – pur isolato e distante dai grandi centri culturali – ne ha saputo interpretare lo spirito con autenticità, facendo emergere, dalla sua condizione di emarginazione, una voce potente, sincera, e inconfondibilmente moderna.”