Tempo lettura: 2 minuti

FIRENZE – La Corte d’Appello di Firenze ha confermato la condanna a cinque anni di reclusione per Mauro Moretti.

L’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e Rete Ferroviaria Italiana era imputato per la strage ferroviaria di Viareggio avvenuta il 29 giugno 2009, che causò la morte di 32 persone. La sentenza è stata emessa al termine del terzo processo d’appello, il cosiddetto Appello Ter, sesto grado di giudizio dopo il primo grado, due appelli e due sentenze della Cassazione, che ha rideterminato le pene per 12 imputati come disposto dalla Suprema Corte.

Oltre a Moretti, sono state confermate le pene per gli altri imputati, tra cui Michele Mario Elia (4 anni, 2 mesi e 20 giorni), Mario Paolo Pizzadini e Daniele Gobbi Frattini (entrambi 2 anni, 10 mesi e 20 giorni), Mario Castaldo (4 anni), e diversi manager e tecnici delle aziende ferroviarie tedesche Gatx Rail e Junghental, con pene che variano da 4 anni a 6 anni di reclusione.

Moretti ha lasciato il Palazzo di Giustizia in silenzio; il suo avvocato, Ambra Giovine, ha annunciato che presenteranno ricorso in Cassazione, esprimendo delusione per la sentenza.

La vicenda giudiziaria, iniziata con il processo di primo grado a Lucca nel novembre 2013, si è protratta per quasi sedici anni dal tragico incidente. La notte del 29 giugno 2009, un treno merci contenente GPL deragliò vicino alla stazione di Viareggio, causando una violentissima esplosione che distrusse via Ponchielli e provocò la morte di 32 persone, molte delle quali bruciate vive.

Il lungo iter processuale ha visto la prescrizione di tre dei quattro capi di imputazione iniziali (lesioni colpose gravi e gravissime, incendio colposo e omicidio colposo), lasciando in campo solo il reato di disastro ferroviario colposo, per il quale sono stati condannati i 13 imputati rimasti nel processo. Un elemento chiave è stata la decisione della Cassazione dell’8 gennaio 2021 che ha fatto cadere l’aggravante dell’incidente in luogo di lavoro, derubricando la tragedia a un «normale» incidente e facendo così prescrivere l’omicidio colposo plurimo.

Daniela Rombi, dell’associazione “Il mondo che vorrei”, ha definito la sentenza «giusta», sottolineando che rappresenta la pena minima per la morte di 32 persone che credevano di essere al sicuro nelle proprie case. Ha inoltre dichiarato che, qualora gli imputati facciano ricorso in Cassazione, i familiari delle vittime torneranno a Roma per seguire il processo, ma oggi si sentono soddisfatti.

Il sostituto procuratore generale Salvatore Giannino, durante l’udienza, aveva chiesto di confermare le pene già stabilite, sottolineando la mancanza di ravvedimento e di risarcimenti personali da parte degli imputati, e denunciando tentativi di minimizzare le responsabilità.

Il disastro di Viareggio rimane una ferita aperta nella memoria collettiva, con una lunga battaglia giudiziaria che ha visto riconosciute le responsabilità dei vertici delle Ferrovie dello Stato e delle aziende ferroviarie coinvolte nella manutenzione e gestione dei carri merci, nonostante la prescrizione di alcuni reati più gravi.

Iscriviti al nuovo canale WhatsApp di agenziaimpress.it
CLICCA QUI

Per continuare a rimanere sempre aggiornato sui fatti della Toscana
Iscriviti al nostro canale e invita