FIRENZE – Per la prima volta dopo quindici anni di costante crescita, le esportazioni di prodotti agricoli ed agroalimentari regionali registrano una contrazione in valore (-5%). A pesare sono le tante incognite internazionali: dalla minaccia dei dazi che hanno rallentato gli scambi tra Italia e Usa alle tensioni legate alle guerre in Ucraina e Medio Oriente.
Fattori che hanno creato un clima di instabilità ed incertezza che si ripercuote anche sui consumi. A dirlo è Coldiretti Toscana che ha elaborato i dati sulle esportazioni di Istat nel primo trimestre del 2025. A soffrire sono tutti i principali sbocchi commerciali di olio, pane, pasta e degli altri prodotti del paniere toscano: quello Europeo (-3%) con 511 milioni di euro e quello americano (-5,6%) con 283 milioni che il primo canale commerciale extra Ue.
“La guerra commerciale tra UE e Stati Uniti, le nuove tensioni tra stati ed economie che aggiungono preoccupazione ed instabilità al mercato hanno sicuramente generato un meccanismo di irrigidimento degli scambi mentre sul fronte Europeo pesa ancora l’inflazione: i consumi faticano a ripartire e questo complica ulteriormente il quadro. – analizza la presidente regionale di Coldiretti, Letizia Cesani – Se pur contenuta, parliamo di poco più di 50 milioni di euro in valore di riduzione su poco meno di 1 miliardo di esportazioni nel primo trimestre, la situazione è da monitorare ed analizzare con grande attenzione anche alla luce del tira e molla tra USA e UE. L’ipotesi di un innalzamento al 17% sarebbe insostenibile e rischierebbe di compromettere la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali. Altra cosa una imposta del 10% su cui possiamo ragionare. Una guerra commerciale non serve a nessuno e non fa bene ne alle imprese ne ai consumatori”.
A trascinare in terreno negativo le esportazioni del Made in Tuscany sono principalmente olio (-14,6%) e vino (-2,7%) che nel 2024 avevano raggiunto rispettivamente il tetto record di 1,4 miliardi di euro (+42% in un anno) e 1,2 miliardi di euro (+8,7%) permettendo all’agroalimentare di sfiorare i 4 miliardi. Piccole crepe, un piccolo “incidente” di percorso per un settore, quello agricolo ed agroalimentare, che punta nonostante i tanti ostacoli, a superare i 4 miliardi nel 2025. “Ma molto dipenderà dall’accordo che l’Europa riuscirà ad ottenere dagli Stati Uniti. – avverte la presidente Cesani – Questo è un momento che segnerà le relazioni future con lo storico partner ed alleato”.