MONTEMURLO – Lo stabilimento di via delle Lame, cuore della stireria Alba srl, è stato sgomberato mercoledì mattina a Montemurlo (Prato) con uno sfratto esecutivo per morosità.
I lavoratori denunciano che da mesi i titolari non pagavano l’affitto, pur avendo aperto due nuovi stabilimenti in città, dove ora si sono trasferiti i picchetti di protesta.
Il capannone di via delle Lame era teatro, dieci giorni fa, di un episodio di violenza ai danni di un operaio bengalese durante un sit-in, un fatto che ha scatenato una inchiesta della Procura di Prato sulla filiera della moda locale, evidenziando sfruttamenti e condizioni precarie di molti lavoratori.
Nonostante lo sfratto, il presidio dei diciotto operai sindacalizzati continua e si amplia davanti alle nuove sedi dell’azienda. Luca Toscano, leader del sindacato Sudd Cobas, parla di un sistema che svuota e abbandona i lavoratori, mentre il tavolo di confronto tra sindacato, proprietà e committenti, convocato dal presidente della Provincia e sindaco di Montemurlo Simone Calamai, è in programma oggi alle 9:30, ma i principali brand della moda restano tiepidi o absentisti.
In particolare, la Tessilform SpA, società madre di Patrizia Pepe, ha annunciato che diserterà l’incontro, dichiarando una «assoluta estraneità» rispetto alle ditte collegate ad Alba e qualificando come «ingiustificata» la propria partecipazione. L’azienda però lascia aperta la possibilità di interrompere i rapporti con Alba alla luce degli sviluppi recenti.
Il sindacato contesta duramente questo comportamento, definendo i lavoratori «sacrificabili e invisibili» e accusando i committenti di latitanza rispetto alle responsabilità lungo la filiera produttiva.
Intanto, il presidio prosegue con tamburi, striscioni e tende allestite davanti ai cancelli, e i lavoratori minacciano di spostare la protesta davanti alle boutique dei brand se non arriveranno risposte concrete.