ROMA – Parte ufficialmente il censimento degli autovelox installati in Italia. Il ministero dei trasporti ha pubblicato l’atteso decreto che rende operativa la piattaforma telematica attraverso la quale enti locali e forze dell’ordine dovranno comunicare tutti i dettagli circa gli apparecchi di rilevazione della velocità: localizzazione, conformità, modello e omologazione degli autovelox.
Un obbligo per le amministrazioni locali che avranno ora 60 giorni di tempo per comunicare al Mit le informazioni richieste: allo scadere di tale termine, infatti, chi non fornisce i dati richiesti non potrà più utilizzare autovelox sul proprio territorio, con il conseguente spegnimento degli apparecchi a partire dal prossimo 30 novembre.
Lo stesso decreto pubblicato oggi sul sito del ministero specifica che “La comunicazione dei dati relativi ai dispositivi o sistemi di cui al comma 1 da parte delle amministrazioni e degli enti competenti è condizione necessaria per il legittimo utilizzo dei dispositivi”.
Con grande ritardo parte finalmente l’operazione trasparenza sugli autovelox: sarà finalmente possibile conoscere il numero di apparecchi installati in Italia, la loro ubicazione, e tutte le specifiche tecniche dei dispositivi usati da Comuni e forze dell’ordine, ma rimane ancora in piedi il problema sull’omologazione – spiega il Codacons.
Il caos autovelox dura oramai da 18 mesi, da quando cioè la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati: oggi quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili, oltre a non essere omologato, è stato approvato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi, con conseguente valanga di ricorsi da parte degli automobilisti multati.