FIRENZE – La formazione della madre gioca un ruolo cruciale nel ridurre il rischio che i figli diventino NEET, ossia giovani che non studiano, non lavorano e non partecipano a percorsi formativi.
Secondo i dati relativi alle famiglie toscane, la percentuale di NEET tra i 15 e i 34 anni diminuisce drasticamente all’aumentare del titolo di studio materno: si passa dal 25% con madre con licenza elementare, al 15,7% con la licenza media, all’8,2% con il diploma e al 5,9% se la madre è laureata o ha un titolo post-universitario.
Questo quadro emerge dallo studio “NEET, giovani non invisibili: sfide e risposte per attivare le risorse del futuro”, primo rapporto del progetto Dedalo – Laboratorio permanente sul fenomeno NEET, promosso da Fondazione Gi Group in collaborazione con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, ZeroNeet (programa di contrasto ai NEET di Fondazione Cariplo) e Fondazione Compagnia di San Paolo.
Come spiegato da Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group, il titolo di studio della madre rappresenta un fattore protettivo perché riduce l’impatto delle norme sociali che ancora oggi assegnano alle donne gran parte del lavoro domestico e di cura, consentendo alle madri di costruire percorsi lavorativi più stabili. Crescere in una famiglia con madre diplomata significa dunque avere accesso non solo a maggiori risorse economiche, ma anche a competenze culturali e reti di supporto che facilitano la transizione dei giovani dalla scuola al lavoro.
Il report amplia l’analisi della fascia di età presa in considerazione da 15-29 a 15-34 anni, per cogliere meglio la vulnerabilità delle nuove generazioni, dato il prolungarsi del percorso formativo e il ritardo nell’ingresso nell’età adulta.
I dati rilevano che circa un giovane su dieci (12%) tra i 15 e i 34 anni in Toscana è NEET. Questa condizione colpisce con maggior intensità le ragazze, con una quota del 15,2% rispetto al 9,1% dei ragazzi.
Infine, l’incidenza dei NEET varia con l’età: 4,5% tra i 15-19 anni, cresce al 13% tra i 20-24enni, raggiunge il 15,7% tra i 25-29 e si riduce leggermente al 14,7% tra i 30-34 anni.







