PISA – Due opere di Sandro Botticelli lasciano Parigi e arrivano a Pisa, entrando per tre mesi nelle sale di Palazzo Blu. Ha aperto ieri la mostra “Botticelli a Pisa. Due opere dal museo Jacquemart-André di Parigi” che resterà in città fino al 15 febbraio 2026.
Un piccolo evento nell’evento: non solo perché si tratta di due dipinti preziosi del maestro fiorentino, ma perché segnano un nuovo capitolo della collaborazione con il museo Jacquemart-André, uno dei più raffinati della capitale francese.
I pezzi in viaggio sono la Madonna col Bambino, datata attorno al 1470, e la Fuga in Egitto, realizzata circa vent’anni dopo. Sono due opere nate entrambe in Toscana e poi ritrovate, alla fine dell’Ottocento, dagli antiquari fiorentini che le recuperarono prima che finissero nella collezione parigina. Oggi tornano in Italia come contraccambio alla trasferta, nei mesi scorsi, delle due tele legate ad Artemisia Gentileschi che Palazzo Blu aveva prestato a una mostra dedicata alla pittrice.
L’arrivo dei dipinti offre anche l’occasione per riaccendere i riflettori su un dettaglio storico spesso ignorato: Botticelli a Pisa c’è stato davvero. Nel 1474 l’Opera della Primaziale gli affidò un intervento per la Cappella dell’Incoronata in Cattedrale. Il suo lavoro non fu completato e le tracce sono andate perdute, ma quel soggiorno lasciò più di un’eco, soprattutto nel modo in cui l’artista guardò alle sculture antiche e al celebre pulpito di Giovanni Pisano. La mostra, costruita con il contributo di Gigetta Dalli Regoli e Stefano Renzoni, rimette insieme i fili di questa presenza quasi invisibile.
“Questa collaborazione con il Jacquemart-André ci permette di portare a Pisa due opere che dialogano con la storia stessa della città – commenta Cosimo Bracci Torsi, presidente di Palazzo Blu – .È un ponte culturale che ci proietta in una dimensione internazionale e allo stesso tempo riporta idealmente Botticelli là dove aveva già lavorato”.
Nel dettaglio, la Madonna col Bambino appartiene alla felice stagione delle Madonne “sul davanzale”, una formula nata nella bottega del Verrocchio e subito adottata da Botticelli e da altri giovani artisti attratti dall’intimità della scena. La Fuga in Egitto, invece, sorprende per una scelta narrativa fuori dall’ordinario: la Vergine non cavalca, ma cammina accanto all’animale, portando il Bambino tra le braccia con un passo quasi sospeso. Una lettura che potrebbe richiamare non l’inizio del viaggio, ma il ritorno dall’esilio, un tema presente nella tradizione bizantina.
A ospitare i due dipinti è un museo nato dalla passione collezionistica della coppia André-Jacquemart, che nel 1869 volle costruire un palazzo appositamente pensato per raccogliere opere d’arte. È lì che le due tele botticelliane hanno trovato casa dopo essere state acquistate a Firenze da Nélie Jacquemart: La Fuga in Egitto nel 1887 dall’antiquario Stefano Bardini, la Madonna col Bambino l’anno seguente.







