«Vogliamo abbracciare i senesi di Contrada e tutti quelli che si sono presi un pezzettino del nostro dolore e hanno sofferto e pianto insieme a noi». Termina così, con un’enorme abbraccio virtuale, la lettera aperta a tutta la città che i familiari di Arturo Pratelli, il 17enne senese ucciso travolto da un camion a pochi passi dalla sua casa a Sovicille la sera del 28 dicembre scorso. «In un momento di così profondo dolore – si legge nella lettera – , sentiamo il bisogno di scrivere queste righe per esprimere la nostra gratitudine per la vicinanza e l’enorme affetto ricevuti in questi giorni. Un abbraccio fortissimo va a tutti i contradaioli dell’Aquila, la nostra Contrada-famiglia, che ci hanno aiutato a crescere Arturo e a farlo diventare quel ‘personaggio’ che era; dove sono nate le sue prime grandi amicizie e dove il suo cuore ha vibrato di passione dal primo all’ultimo giorno della sua breve vita.  Ci sentiamo anche di gridare “Forza Margherita” e “Forza Gianvito”, vi siamo vicini!»

La passione per Robur e Gs Berardenga «Come noi, anche Arturo aveva bisogno di vivere piccole ma frequenti emozioni – prosegue al lettera -: ed ecco che è nata la sua intensa passione per la Robur. Per questo un abbraccio va ad Anna, ai dirigenti, ai mister, ai giocatori di oggi e di ieri e ai tifosi che lo hanno visto in prima linea, dalla sconfitta di Parma, mentre muoveva i suoi primi passi, alla vittoria di Piacenza, con al collo la sua sciarpa dei Boys. Arturo era il primo a essere convinto che, quando quelle gloriose maglie scendono in campo, è importante, quando possibile, sostenerle dai gradoni di uno stadio, piuttosto che simpatizzare davanti alla tv. Abbracciamo anche tutto il Gs Berardenga, i suoi compagni di squadra, i compagni di scuola e i docenti del Liceo Scientifico Galilei e dell’Istituto Sarrocchi. Un grazie anche a tutte le persone che, come il babbo, operano nel mondo agricolo e all’intera Arma dei Carabinieri che si è impegnata mirabilmente nella causa. Un altro abbraccio va a Giuseppe e a tutta la comunità di Sovicille, alla Policras e agli amici di Arturo che, dopo avergli voluto così tanto bene, si sono uniti tutti assieme al nostro cordoglio».

L’orgoglio di essere senesi «Infine – conclude la lettera –  vogliamo abbracciare Luigi, gli assessori, i consiglieri e tutta l’amministrazione comunale di Siena che ci sono stati vicini; i senesi di Contrada e tutti quelli che si sono presi un pezzettino del nostro dolore e hanno sofferto e pianto insieme a noi. Ci sentiamo orgogliosi di poter vivere questa Città, divisa per pochi giorni all’anno, ma pronta a unirsi come solo Lei sa fare, quando Le viene strappato via uno dei suoi figli». Firmato: la famiglia di Arturo.

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