La polemica plana su Firenze e sul suo aereoporo. «Da oltre due settimane – ha affermato il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci – abbiamo evidenziato alcune gravi mancanze dello studio presentato da Enac alla Regione Toscana circa gli effetti che  subirebbero gli abitanti della città di Firenze nel caso in cui si decidesse di costruire la nuova pista dell’aeroporto, comunemente definita ‘parallela convergente’. Né Enac, né Adf, né il Comune di Firenze, strenuo sostenitore della realizzazione della pista 12/30 hanno confutato queste affermazioni e soprattutto nessuno si è preoccupato di completare lo studio nella parte mancante. Allora la Provincia di Firenze, per tentare di capirci di più, ha deciso di sviluppare ulteriormente e in modo autonomo le considerazioni già presenti nel lavoro di Enac in modo da capire a quale distanza passerebbero gli aeromobili dai principali edifici e monumenti di Firenze e quale impatto sonoro avrebbero per chi vive nella zona sorvolata dagli aerei».
 
I nodi riguardano l’urbanistica, il report La Provincia di Firenze evidenzia in primo luogo che il documento Enac, pur assumendo il criterio della monodirezionalità prevede anche con questa limitazione di uso il sorvolo della città di Firenze, specialmente nei casi di mancato avvicinamento 12 (ovvero provenendo dalla parte di Prato) e in avvicinamento 30 (da Firenze). Inoltre il passaggio eccessivamente ravvicinato degli aeromobili inciderebbe molto sull’inquinamento sonoro, oltre che ai rischio che comporta una manovra effettuata in prossimità del centro storico, del Palazzo di Giustiza, dell’ospedale di Careggi.
 
L’allarme di Barducci «Chiedo semplicemente che non si pretenda la condivisione dell’avventurosa realizzazione della pista 12/30. Se mai altri da me decideranno di farla, se ne assumeranno la piena responsabilità – sostiene il presidente della Provincia di Firenze -. Pretendiamo delle informazioni corrette e complete – ha aggiunto Barducci – e chiediamo quindi al presidente della Regione di far completare lo studio Enac, che per ora è evidentemente solo a metà, e di poter vedere e conoscere anche lo studio commissionato dalla Regione all’ingegner Achille Granozio, consulente Irpet che, per conto della Regione Toscana, ha realizzato nel 2011 un’ipotesi di pista con differente giacitura. Tra l’altro il materiale presentato dall’ingegner Granozio, doveva essere valutato dalle strutture competenti dell’Enac, perché nello studio non vi si fa alcun cenno? Non si è studiato abbastanza – conclude Barducci –  mancano le informazioni necessarie a prendere una decisione definitiva, manca qualsiasi accordo di pianificazione, questo porterà necessariamente ad uno spostamento a Roma del dibattito, ed è piuttosto irrituale che in Toscana si proceda tramite commissariamenti, cambia del tutto il profilo, il tipo di approccio che storicamente il nostro territorio ha avuto. A me sembra che si tenti di arrivare a tutti i costi alla rottura istituzionale, e sicuramente c’è anche questo interesse in ballo. Oltre che una pista bidirezionale e ulteriormente allungabile.

La risposta Pieno rispetto delle procedure e massima cautela nell’affrontare il problema sotto tutti i profili. Ferma restando, ovviamente, la volontà di procedere all’adeguamento dello scalo di Firenze. Questa la posizione riconfermata dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, a commento della dichiarazioni rilasciate dal presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci in relazione ai progetti per il Vespucci. «Continueremo in questo spirito di rispetto – prosegue il presidente – La giunta prenderà le sue determinazioni e così farà il consiglio regionale. Gli approfondimenti richiesti sono stati effettuati, tutte le procedure sono state e saranno rispettate, non ci sono e non ci saranno rotture istituzionali. Quanto alle osservazioni avanzate circa gli studi effettuati – conclude Rossi – non entro nel merito. Mi affido come sempre agli organismi tecnici, all’Enac e a quelli cui competono le valutazioni ambientali e sanitarie. Saranno loro a rispondere, se lo riterranno opportuno».

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