SIENA – La danza e la musica, amore e potere; sentimento e trasgressione; guerra e tragedia: il coreografo Marco Batti e il Balletto di Siena con ‘Aida 150’ sul palco del Teatro dei Rinnovati, in prima nazionale mercoledì 9 marzo alle 21, rileggono il capolavoro verdiano. Lo spettacolo, atto unico, dopo un secolo e mezzo, ricorda il debutto, il 24 dicembre 1871, dell’Aida di Giuseppe Verdi al Teatro Khediviale dell’Opera del Cairo.

Dopo essersi misurato con l’eccezionale partitura del compositore nella ‘Grande Suite Classique Verdiana’, aver regalato coreografie alle sinfonie classiche e contemporanee, in questo anno della rinascita Batti continua il confronto con la lirica immettendo il gesto classico della sua coreografia. Rispetta la trama ma seleziona questa storia avvincente scegliendo i momenti a cui la danza regala più valore, concededo corpo e movimento ad alcuni brani dell’Unione Corale Senese.

Batti non si è fermato al repertorio moscovita, che comprendeva l’elegante balletto ‘La figlia del faraone’, firmato Petipa, di ambientazione egizia. Ha disegnato altre coreografie, ispirate anche dalla fisicità e dal virtuosismo dei ballerini: non è solo un espediente per identificare i personaggi, ma una precisa scelta coreografica. Mette in evidenza le doti dei danzatori che, sulle partiture del ‘Preludio’, ‘Celeste Aida’, ‘Vieni, o guerriero vindice’, degli altri brani, si esibiscono in un pas molto veloce, scattoso, atletico e muscolare: virtuosismo puro.

‘Aida 150’ è raccontata da un corpo di ballo importante: Filippo Del Sal, Giuseppe Giacalone, Chiara Gagliardo, Matilde Campesi, Elena Iannotta, Eleonora Satta. Un omaggio alla grandezza dell’opera di Verdi che, nell’interpretazione coreografica, rivela l’Antico Egitto aureo, solenne, opulento minacciato dalle fragilità sentimentali, dai tradimenti, scosso dai colpi di scena tragici e spettacolari che scorrono lungo il Nilo dove l’amore di Aida la figlia del re etiope, e di Radames comandante delle truppe egiziane, si consuma nella tragedia finale che coinvolge gli altri personaggi.

Concorre a questa complessa architettura, l’Unione Corale Senese, diretta da Francesca Lazzeroni, con il risultato di un flusso di coreografie e armonie che si uniscono sapientemente. Chiaroscurali sono i contrasti della scenografia proiettata sullo sfondo nero a ricordarci paesaggi di mari e di deserti, luoghi della perdita di riferimenti, scenari di un amore fatale, irresistibile, disperato. La coreografia assegna il suo finale alla Marcia Trionfale ‘Gloria all’Egitto’, a cui ‘Aida 150’ consegna un epilogo che non ammette compromessi (www.ballettodisiena.it).

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