foto_1 A lanciare l’allarme è il Wwf: «Nel giro di cinque anni il fiume Arbia e i suoi affluenti a sud di Siena sono stati ridotti a canali di scolo le cui sponde, per lunghi tratti, sono prive di alberi e franano ad ogni piena». E’ quanto si legge in una nota dell’associazione che indica anche il presunto colpevole: «In questi giorni sono arrivate le ruspe del Consorzio di Bonifica Toscana Sud che hanno completamente raso al suolo la vegetazione riparia a monte di Pianella, una pregevole fascia continua di bosco che risale l’Arbia e i suoi affluenti fino alle sorgenti».

foto_6«Ai senesi resta la cancellazione di un intero habitat» «E’ così che i senesi stanno per salutare l’ultimo tratto dell’Arbia – si spiega ancora nella nota – ancora naturalmente intatto, con una montagna di cippato pronta per essere caricata sui tir. Al posto di maestosi e sanissimi pioppi, ontani neri e salici, ai cittadini rimangono argini franosi e la cancellazione di un intero habitat, con profondi solchi e fitti cumuli di ramaglie abbandonate in alveo. Negli atti del Consorzio che dispongono il taglio di Pianella (e altri tagli sull’Arbia e affluenti), si legge che la ditta esecutrice dovrebbe operare un “taglio selettivo”, mirato alla “vegetazione presente nella sezione del corso d’acqua, nonché a quella morta o debolmente radicata”, per la “manutenzione ordinaria” del corso d’acqua. Un tipo di intervento per il quale il Consorzio non paga la ditta, che in cambio però può portarsi via il legname proveniente dalle “pulizie” del fiume. Con questo meccanismo, come i fatti dimostrano, le ditte sono di fatto libere di non fare alcuna selezione, in modo da poter ricavare il maggior beneficio possibile dal taglio: non solo legname da cippato ma anche pioppi sani e di diametro utile ad essere commerciato per altri usi. Evidentemente le tasse che i cittadini pagano al Consorzio di Bonifica Toscana Sud non permettono di avere la stessa qualità di intervento che invece ormai da alcuni anni altri Consorzi, anche in Toscana, cercano di portare avanti».

foto_2Anche la Provincia di Siena colpevole Consorzio di Bonifica e non solo. Il Wwf punta il dito anche contro la Provincia di Siena: «Nella distruzione a sud di Siena della vegetazione riparia dell’Arbia e dell’Ombrone anche la Provincia ha pesanti responsabilità per il rilascio di facili e poco onerose concessioni di taglio. Complessivamente, dagli atti pubblici della Provincia e del Consorzio di Bonifica Toscana Sud, abbiamo calcolato che solo negli ultimi tre anni in Provincia di Siena sono stati tagliati oltre 50 km di vegetazione riparia, a beneficio di poche ditte che hanno portato via svariate tonnellate di legname e cippato, a costo zero o per pochi euro (una media di 700 euro a km nel caso delle concessioni della provincia, o addirittura senza spesa nel caso del Consorzio di Bonifica). Peraltro, alcune delle imprese coinvolte sono chiamate ad operare anche in potenziale conflitto di interessi con gli scopi in teoria “selettivi” dell’intervento, essendo legate al business energetico delle biomasse».

foto_3Stop agli interventi e sindaci in prima linea per la difesa del territorio «Eppure, era solo sette anni fa che i quattro comuni del Chianti Senese (Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti e Castelnuovo Berardenga) avevano esplorato la fattibilità di un parco fluviale dell’Arbia – prosegue la nota – . Un parco non pensato per congelare il territorio, ma per valorizzarlo attraverso un istituto che ne promuovesse la pregevolezza ambientale, in un’area ricca di storia, di emergenze architettoniche ben conservate, turismo e produzioni enogastronomiche di qualità» Per questo il Wwf chiede «l’immediata sospensione degli interventi in corso, chiamando i Sindaci dei quattro comuni del Chianti Senese ad impegnarsi tempestivamente per tutelare l’integrità del territorio e del patrimonio naturale».

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