Firenze 5 dicembre 2025 — Il Real Albergo dei Poveri, luogo simbolo della storia civile e sociale, monumento identitario voluto da Carlo di Borbone e progettato dall’architetto fiorentino Ferdinando Fuga, ha accolto le sculture donate dalla Fondazione FUR, del mecenate svizzero Urs Rechsteiner.
Le due sculture sono state realizzate dall’artista toscano Riccardo Grazzi ed entrano a far parte del patrimonio artistico della città. Le opere donate, sono arte da vivere, due sedute di artista esposte negli spazi del Real Albergo dei Poveri, selezionate dallo stesso mecenate per il loro significato fortemente connesso alla storia e alla vocazione del luogo. Un luogo carico di storia, destinato a tornare a vivere in molti dei suoi spazi già dalla metà del 2026 per diventare un polo di cultura, accoglienza e innovazione.
La “Panca con il Toro” – il simbolo della generatività
Ispirata alla concezione religiosa mitraica della Tauroctonia, la panca rappresenta il gesto sacro in cui il sangue del toro feconda la terra: un potente simbolo di nascita, rinascita e creazione. Nel contesto del Real Albergo dei Poveri, la scultura assume un significato particolare: diventa immagine della vitalità artigiana e produttiva che, nelle botteghe volute da Ferdinando IV di Borbone, contribuì alla formazione degli ospiti dell’Albergo, restituendo dignità e futuro ai più fragili.
La “Panca dell’Aquila” – dignità e libertà
La seconda opera, che culmina in un grande becco d’aquila, richiama la forza e la nobiltà del rapace, simbolo del Real Albergo dei Poveri. La scultura è dedicata alla dignità della persona, alla liberazione dall’emarginazione, alla possibilità di riscatto sociale che il grande complesso borbonico rappresentò per migliaia di poveri, reietti e donne ai margini, aiutate a ritrovare un’esistenza dignitosa.
Urs Rechsteiner: un mecenate che unisce territori
La donazione rientra nella mission della Fondazione FUR, impegnata nella valorizzazione dell’arte e dei territori e che ha sede a Montepulciano. Rechsteiner, già noto per il suo sostegno alla valorizzazione del territorio della città di Pienza attraverso l’arte contemporanea – dove ha reso possibile la nascita del Sentiero dell’Arte e dell’Anima –, rafforza così il suo legame con Napoli, città alla quale lo unisce anche una memoria di famiglia: un suo antenato, Johann Baptist Rechsteiner, fu ufficiale delle Guardie Svizzere al servizio del Regno delle Due Sicilie dal 1832 al 1853. Con questa donazione, si rafforza l’abbraccio simbolico tra i territori della Campania e della Toscana e che oggi unisce idealmente la Val d’Orcia a Napoli, in un anno che celebra la storia millenaria della città di Parthenope. “Donare arte significa condividere bellezza e contribuire alla crescita spirituale di un territorio – afferma Urs Rechsteiner, Presidente della Fondazione FUR – le due sculture sono un omaggio alla dignità dell’uomo e alla forza generativa della cultura, valori profondamente legati alla storia del Real Albergo dei Poveri. Spero che queste opere possano essere un invito alla riflessione per tutti: l’arte è un ponte che unisce le comunità.Per me Napoli non è una scoperta recente, è parte della mia storia. Un mio antenato servì qui per più di venti anni. Donare alla città è anche un modo di restituire qualcosa a questo legame antico”.
Un nuovo capitolo per il Real Albergo dei Poveri
Il monumentale complesso borbonico, in occasione degli eventi dedicati alle celebrazioni per Napoli2500, (i 2500 anni dalla nascita della città di Parthenope), torna ad essere uno spazio aperto, inclusivo, capace di accogliere opere, narrazioni e nuovi percorsi culturali.
Le sculture donate da Urs Rechsteiner rappresentano un tassello di questo nuovo importante cammino: un invito alla riflessione sul valore della dignità umana, della generatività e della bellezza come bene comune. Un viaggio attraverso oggetti del passato esposti nel Refettorio monumentale mentre i lavori di restauro sono ancora in corso. Una condivisione contemporanea di un luogo carico di storia, destinato a tornare a vivere in molti dei suoi spazi già dalla metà del 2026 per diventare un polo di cultura, accoglienza e innovazione. Il Real Albergo dei Poveri è uno dei più grandi edifici europei, una grande utopia del ‘700 che voleva dare un futuro alle bambine e ai bambini del Regno di Napoli e lo voleva fare dando loro cibo, vestiti e anche un mestiere.







