theSono due gli atenei italiani, entrambi toscani, tra i primi cento nella nuova classifica europea delle migliori duecento università in Europa. Nella ristretta lista dei top 100, secondo la graduatoria della inglese “The” (Times Higher Education) ci sono la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna, tutte e due con sede a Pisa, che si piazzano rispettivamente in cinquantesima e in novantesima posizione.

La graduatoria Lo rende noto la Scuola Sant’Anna indicando la valutazione periodica delle istituzioni mondiali, con focus dedicati ai vari continenti o a particolari tipologie di università. L’Italia è riuscita comune a piazzare altri 17 atenei tra i primi 200 della classifica. Sul podio europeo si conferma il tris inglese di Oxford, Cambridge, Imperiale College di Londra eppure l’Italia guadagna posizioni e riesce a “quotare” altre 17 istituzioni tra la 101esima e la 200esima, indicate per gruppi di 10, senza una posizione “secca”: Università di Trento (tra la 100e e la 110); Politecnico di Milano e Università di Bologna (tra la 110 e la  120); Sapienza di Roma (tra la 120 e la 130); Università di Padova e di Trieste (tra la 141 e la 150); Università di Milano e di Torino (tra la 150 e la 160); Federico II di Napoli e Università di Pavia (tra la 160 e la 170); Università di Firenze, di Milano Bicocca, di Verona (tra la 170 e la 180); Politecnico di Torino (tra la 180 e la 190); Università di Modena e Reggio Emilia, Roma Tor Vergata, Roma 3 (tra la 190 e la 200).

 Ranking ‘The’ Le classifiche globali delle università sono numerose, ma quella della rivista inglese Times Higher Education è connsiderata una delle più attendibili, per la severità dei criteri di valutazione e per il fatto che – anche soltanto per essere presa in considerazione – un’università deve aver raggiunto standr già elevati, come almeno 1000 studi qualificati (200 ogni anno) su riviste internazionali ad alto impatto negli ultimi cinque anni. Per stilare le sue classifiche, Times Higher Education prende in considerazione altri 12 indicatori di prestazione che comprendono ricerca, formazione, trasferimento tecnologico, registrando brevetti e favorendo la nascita di imprese spin off, notorietà e reputazione sui media.

 

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