Il ministro in visita a Siena
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FIRENZE – Le università toscane si preparano a un 2025 con fondi ministeriali in crescita, ma permangono dubbi e perplessità sul reale impatto economico delle risorse stanziate.

La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha annunciato un aumento significativo dei finanziamenti: il Fondo di finanziamento ordinario (FFO) quest’anno raggiungerà un totale record di 9,4 miliardi di euro, con un incremento di 336 milioni rispetto al 2024. Inoltre, sono stati stanziati 50 milioni di euro per l’edilizia universitaria, il doppio rispetto ai 25 milioni dell’anno precedente.

Nonostante questi annunci, gli atenei toscani – Firenze, Pisa e Siena – mantengono scetticismo. Nei mesi scorsi sono stati denunciati tagli consistenti ai finanziamenti ordinari: circa 17 milioni per Firenze, 16,5 per Pisa e 3,6 per Siena, che hanno complicato la gestione dei bilancii. La distribuzione definitiva delle risorse per il 2025 è ancora in attesa di essere comunicata, ma il mondo accademico attende con ansia per pianificare le attività didattiche, i servizi e la ricerca.

Il rettore di Pisa, Riccardo Zucchi, definisce l’aumento positivo ma insufficiente a recuperare i livelli finanziari precedenti: “Il sistema universitario italiano è ancora sottofinanziato. Questo aumento è un piccolo passo sulla buona strada, che però va percorsa in maniera più decisa”.

L’Università di Pisa ha dovuto far fronte a una riduzione dei fondi nel 2024, con conseguenti tagli e un ritocco delle tasse, mantenendo però la tutela delle fasce più deboli e il blocco delle assunzioni evitato.

Parallelamente, la Toscana si distingue per un incremento negli stanziamenti destinati alle borse di studio universitarie, con risorse passate da 20,7 milioni nel 2023 a 36,8 milioni per l’anno accademico 2024-2025, a cui si aggiungono ulteriori 17,7 milioni del PNRR, per un totale di 54,5 milioni, a cui si sommano fondi regionali per il diritto allo studio. A ciò si aggiunge uno stanziamento extra di 10 milioni dal 2027 per borse di studio e alloggi, in risposta alla diminuzione dei fondi governativi prevista quando cesseranno le risorse del Pnrr.

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