violenza assistitaViolenza sulle donne, un tema molto attuale che spesso nasconde una tragedia che si conosce poco.  Il suo nome è violenza assistita ed è quella di cui sono testimoni i figli di coppie che litigano, si fanno del male e si separano. Molte di queste vittime innocenti sono minori come testimoniano i dati dell’Osservatorio regionale della Toscana, secondo cui da luglio 2009 a luglio 2013 8 mila donne sono rivolte ai centri antiviolenza, in 6 mila casi si trattava anche di violenza assistita dai figli e in 4500 casi a essere testimoni sono stati minorenni.

«Conoscere il fenomeno è un punto di partenza per contrastare questo reato terribile» Numeri drammatici da cui è partita la riflessione della tavola rotonda “Bambini contesi: tra principio di bigenitorialità e violenza assistita” organizzato a Siena dall’Associazione “Donna chiama Donna” in collaborazione con Cesvot durante la quale si sono confrontati, raccontando e commentando le rispettive esperienze professionali, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine, psicologi, avvocati e giudici. Un incontro in cui è stato sottolineata con forza l’esigenza che tutti gli interventi in casi di violenza familiare, devono essere finalizzati al benessere psicologico dei figli, perché il rischio reale e concreto è che «tendiamo a replicare quello che abbiamo vissuto», come hanno testimoniato coloro che ogni giorni sono alle prese con minori che, vittime di violenze psicologiche e fisiche, si chiudono in sé stessi, diventano violenti a loro volta o maggiormente inclini a subire la violenza, si rifugiano nelle droghe. Bambini che spesso hanno solo la colpa di essere figli di genitori che hanno smesso di amarsi e che, troppo accecati dalla contesa per l’affidamento e il mantenimento, perdono di vista i figli e i loro sentimenti. «Conoscere il fenomeno della violenza assistita – ha detto Claudia Bini, avvocato dell’associazione “Donna chiama Donna” – è un punto di partenza  a cui segue la consapevolezza che la violenza sui bambini è scindibile  da quella sulle donne e questo deve dare ancora più energia nel contrasto a questo reato orribile».

 

 

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