SIENA – Luigi Lovaglio, il nuovo amministratore delegato di Montepaschi, un nome da banchiere di alto profilo se lo è fatto lontano dall’Italia.

In Bulgaria prima, alla guida della Bulbank, poi in Polonia, all’interno di Pekao Bank. E’ a Varsavia che il manager di Potenza, classe 1955, dà una svolta alla propria carriera. In pochi anni passa dalla vicepresidenza al vertice dell’istituto di credito. Dal 2011 al 2017, quando Unicredit ha vende la propria parte di capitale azionario allo Stato. Nel frattempo, è riuscito a trasformare la banca, portandola a diventare una delle principali del Paese dell’est Europa. Successi che spalancano a Lovaglio le porte per il ritorno in patria.

In realtà, il manager ha sempre agito per conto di Unicredit, dove si ha svolto praticamente tutto il percorso professionale. Il suo ingresso dentro quella che oggi è la seconda banca italiana, risale agli inizi degli anni Settanta. Prima si è occupato dell’area commerciale, poi della pianificazione strategica. In questo ambito ha ricoperto ruoli di vertice nel processo di acquisizioni di banche che poi ha dato vita al colosso di piazza Gae Aulenti.

Il rientro in Italia però non è a Milano, ma a Sondrio. Nell’ottobre 2018 viene chiamato nel board del Credito Valtellinese nelle vesti di presidente. Ricopre questo ruolo fino al febbraio 2019, quando a seguito delle dimissione dell’ad Mauro Selvetti, assume il comando delle operazioni. Sarà a lui a coordinare il nuovo piano industriale, che si concluderà nella primavera del 2021 con l’acquisizione da parte di Crédit Agricole Italia. Con il passaggio di mano, Lovaglio termine la sua esperienza in Creval nel giugno dello scorso anno. Adesso lo attendono la guida di Rocca Salimbeni, dove è stato voluto dal Tesoro, e tante partite (complesse) da giocare.

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