banca-etruriaRimborsi per oltre 15 milioni di euro, 6200 pratiche già in lavorazione e un altro migliaio in attesa di essere prese in carico. E’ il bilancio delle operazioni di indennizzo forfettario che sta curando il Fondo interbancario. “Ad oggi – sottolinea all’ANSA Salvatore Paterna, vice direttore generale Fitd – le liquidazioni di importo inferiore a 50 mila euro rappresentano il 96,9%, di queste quelle sotto i 20 mila sono l’85%» ma la stragrande maggioranza, «il 63,3%» è per importi inferiori ai «10mila euro». «Rispetto alla stima iniziale di 6.500 investitori» potenzialmente coinvolti dal rimborso forfettario all’80%, spiega Paterna, le pratiche effettive che il fondo si troverà a gestire saranno «più del doppio, possiamo ipotizzare circa 12mila», se tutti presenteranno istanza, per effetto delle cointestazioni e degli acquisti multipli che hanno necessità di essere trattati separatamente.

Codacons, «Rimborsi per le 4 sono ennesima ingiustizia» Nessuna soddisfazione per il Codacons dopo il bilancio delle operazioni di indennizzo forfettario da parte del Fondo interbancario, che ha portato a rimborsi per 15 milioni di euro. «I rimborsi parziali pari all’80% del valore delle obbligazioni azzerate rappresentano solo l’ennesima ingiustizia a danno dei risparmiatori – spiega il presidente Carlo Rienzi – Solo pochi fortunati potranno avvalersi infatti degli indennizzi, e una larga fetta di obbligazionisti sarà tagliata fuori, pur in presenza di danno identico per tutti». Proprio per questo l’associazione, dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura di Arezzo nei confronti di 30 direttori di filiale dell’ex Banca Etruria e in vista dell’apertura imminente del processo penale, lancia una maxi-costituzione di massa, invitando tutti i risparmiatori della banca a intervenire nel procedimento come parte offesa, al fine di ottenere il risarcimento danni dai soggetti che hanno piazzato titoli a rischio ai piccoli investitori.

‘Vittime salvabanche’, «Rimborsi percentuale minima»  A far da eco al Codacons anche l’associazione Vittime del Salva banche: «Il numero di pratiche aumenta solo per effetto delle cointestazioni. I fatti sono che arriveranno a fine mese rimborsando solo 20 milioni pari a neppure il 5% del totale obbligazioni in mano ai privati, pari a 420 milioni nominali» afferma l’associazione ‘vittime del salvabanche’ che rappresenta i risparmiatori dei 4 istituti colpiti dalla risoluzione (Carife, Carichieti, Banca Marche, Banca Etruria).  «Anche calcolando sul valore di rimborso dell’80%, siamo al 7% di rimborsi al 30 novembre».

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