«Siena e la Mens Sana sono un’unica cosa». Non usa mezzi termini il general manager Ferdinando Minucci per descrivere il rapporto con la città della società cestistica senese, campione d’Italia da sette anni a questa parte. E sebbene negli ambienti del tifo mensanino si registri qualche insofferenza per la scelta obbligata di andare a giocare l’Eurolega a Firenze (leggi), il vincolo con Viale Sclavo e con la senesità rimane imprescindibile anche nella «stagione più difficile» (leggi), come la definì lo stesso Minucci il giorno del raduno: quella che, cioè, vedrà per l’ultima volta il logo e la scritta del Monte dei Paschi sulle canotte bianco verdi. «Il processo fiorentino – dichiara in esclusiva ad agenziaimpress.it  il Gm – è finalizzato solo a mantenere la licenza A di Eurolega, quella che cioè ci permette di stare nella massima competizione europea di pallacanestro per più stagioni, e di allestire una squadra con costi ridotti e con giocatori di medio-alto livello che, senza Eurolega, non avrebbero mai scelto Siena».

Mens Sana tra Siena e Firenze Il legame con Siena viene ribadito anche dalla campagna abbonamenti 2013-2014 che prevede un accordo con l’Ac Siena – per la prima volta da inizio stagione e non esclusivamente per eventi “ad hoc” –  per cui chi vorrà sottoscrivere la tessera per seguire la stagione di pallacanestro, potrà contare di uno sconto del 15% per le partite di campionato e del 20% per l’Eurolega. Per farlo basta presentarsi al botteghino con l’abbonamento per la Serie B dell’Ac Siena o l’ultimo tagliando del match giocato dalla Robur al Franchi. Non si stacca quindi il “cordone ombelicale” con la casa-madre Siena. Le preoccupazioni in Viale Sclavo non sono queste. Il vero timore risulta mantenere in vita la società di fronte a una drastica riduzione del budget a disposizione. L’Eurolega a Firenze diventa così un problema di secondo piano, un “punto nero in mezzo a un muro bianco”: tutti guardano il punto e si smette di prestare alle altre gravi problematiche (metaforicamente la parete bianca) che affliggono e che, come nubi minacciose, si sono riversate sulla Mens Sana Basket. «Firenze non è un’alternativa, è una decisione obbligata per mantenere la licenza A – prosegue Minucci -. Anzi, io devo ringraziare chi ci ha permesso di percorrere questa strada perché le alternative sarebbero state di andare a giocare a Bologna, Pesaro o Roma. L’opportunità-Firenze alleggerisce, per lo meno, il grande sforzo che stiamo perseguendo per garantire alla squadra una permanenza stabile in Europa».

Il futuro mensanino L’obiettivo diventa dunque la sopravvivenza di una società , mantenendo l’orgoglio e l’identità di giocare per Siena, società che nel corso degli anni ha ormai acquisito fama e blasone di stampo nazionale e internazionale. La crisi c’è ovunque. Nella città del Palio, forse, la si sente ancor di più. E chi si trova a fare scelte aziendali e manageriali – in questo contesto – deve tagliare dove può, cercando di mantenere uno status d’eccellenza guadagnato nel corso di quelli che sono stati definiti “Gli anni d’oro”. La questione “Euroleague fiorentina” va vista in questa prospettiva. Tra sforzi, scelte e decisioni dolorose che il conseguirsi degli eventi ha imposto alla Mens Sana Basket e al suo staff dirigenziale.

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