Una petizione popolare per la sicurezza urbana con cui sindaci, amministratori e cittadini intendono chiedere al Governo e al Parlamento nazionale, l’adozione urgente di misure volte a tutelare la sicurezza urbana, bene della comunità e diritto fondamentale di ciascun individuo. A promuoverla il sindaco di Firenze, Dario Nardella.  

Petizione online da oggi e raccolta firme Il documento, che prende spunto dalla petizione lanciata due settimane fa dal sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni, si articola in cinque punti: il rafforzamento della presenza delle forze di polizia nelle città, la certezza dell’esecuzione della pena, l’obbligo di lavori socialmente utili, una nuova politica carceraria e l’istituzione del ‘Fondo speciale per la rigenerazione urbana’. La petizione da oggi è online su Change.org, mentre la prima raccolta di firme in città si terrà mercoledì 17 ottobre, alle 13 ai Giardini della Fortezza da Basso e saranno presenti il sindaco Nardella, l’assessore alla Sicurezza urbana e alla Polizia municipale Federico Gianassi e le donne medico di Ponte a Niccheri, che, dopo lo stupro di una ragazza al Varlungo, avevano chiesto al Comune di farsi promotore di una legge che renda certe le pene per chi compie questo crimine.

Il sindaco: «La sicurezza è un diritto di tutti» «Vogliamo rilanciare da Firenze la petizione del sindaco Falorni per darle più forza e incisività – ha detto il sindaco Nardella -, visto che la sicurezza è un diritto di tutti, senza distinzione, e che spesso noi sindaci, le forze dell’ordine e i cittadini siamo lasciati soli. Nei prossimi giorni partiremo anche da Firenze con una petizione in cinque punti molto chiari tra cui il primo è riempire gli organici che oggi sono assolutamente inadeguati. Questo per Firenze significa 250 agenti di forze dell’ordine in più. La risposta alla sicurezza si dà anche con la scuola, l’educazione e la cultura – ha continuato Nardella – e non possiamo dare per scontato tutto questo. L’Estate Fiorentina, ad esempio, ne è un esempio e ha avuto un gran successo perché ha riportato le persone a scendere in piazza nelle periferie: penso alle Piagge, all’Isolotto, a Rovezzano, a Sorgane, ovvero a quartieri che erano dormitori e grazie agli eventi della rassegna culturale estiva sono tornati a essere vivi».

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