Dopo le «sollecitazioni» (leggi) dei nostri lettori sono arrivate anche le risposte dell’ultimo candidato Sindaco Bruno Valentini a completare la rubrica «Candidati al canape» in cui abbiamo voluto mettere a confronto le idee e i programmi degli otto in lizza per Palazzo Pubblico. Ringraziando per la disponibilità pubblichiamo per completezza di informazione l’intervista in forma integrale, anche se alcune domande si riferiscono, come ovvio, al periodo precedente il primo turno. Ci riserviamo quindi, in vista del ballottaggio del 9 e 10 giungo prossimi, di intervistare nuovamente su temi di stretta attualità i due candidati Bruno Valentini e Eugenio Neri.
 
Anche il segretario Epifani ha riconosciuto «una situazione complicata a Siena». Più i legami o le divergenze all’interno del Pd e tra il partito di maggioranza e le diverse forze che sostengono la coalizione?
«Epifani si riferisce alla rottura della maggioranza di centrosinistra ed al complesso iter delle Primarie, che si sono tenute due volte, in conseguenza del ritiro del vincitore della prima tornata, Franco Ceccuzzi».
 
Dopo i toni accesi di due primarie adesso il clima sembra rasserenato. Pace fatta con Ceccuzzi?
«Non c’è bisogno di fare la pace se non si è fatta la guerra. Nel senso che la dialettica nel PD è vivace come negli altri partiti, solo che nel PD si vede perché è trasparente e partecipata. Negli altri schieramenti si decide in pochi e con modalità opache».
 
Teme un voto disgiunto al primo turno?
«Il voto disgiunto è frequente ed è sia in entrata che in uscita. Cioè ho ricevuto voti di altri candidati ed ho perduto voti di candidati di liste che mi sostengono».
 
Lei esclude il ballottaggio ma se fosse necessario un secondo turno alle urne con chi sarebbe disposto a trovare accordi o alleanze?
«Ho dichiarato che non farò alleanze sugli assessori se prima non ho trovato convergenze sui programmi».
 
Chi vede come principale antagonista per la poltrona da Sindaco?
«Non pensavo che il flop del candidato di Grillo fosse così rilevante, ossia che la caduta di credibilità del Movimento 5 Stelle a Siena fosse così forte. Ritenevo invece il nome di Neri fosse ostaggio di un cartello elettorale raffazzonato. Ho sbagliato previsione».
 
Ipotesi: lei è stato eletto sindaco. Quali le priorità dei primi 100 giorni?
«Accertare lo stato di attuazione dei provvedimenti finalizzati alla svolgimento del Palio. Nominate un assessore al turismo per far rilanciare il settore. Pagare gli stipendi arretrati ai dipendenti comunali ed intavolare una trattativa per distribuirli meglio verso servizi essenziali e centri di ricavo. Controllare lo stato di manutenzione di giardini pubblici, strade e parcheggi. Attingere a finanziamenti pubblici già disponibili per opere pubbliche. Rinfrescare il progetto di Siena Capitale europea della cultura nel 2019. Approvare il bilancio previsionale verificando la copertura dei servizi scolastici e di quelli sociali. Rendersi disponibili per aiutare l’A.C. Siena ad impostare il campionato di serie B. Impostare piccole varianti urbanistiche per rendere più facili piccole ristrutturazioni edili. Allestire una sede staccata del nuovo tribunale per accogliere gli uffici di Poggibonsi e Montepulciano che verranno concentrati a Siena. Aiutare gli artisti senesi a trovare una nuova sede attrezzata. Avviare la semplificazione delle norme per attrarre imprese. Esaminare le vertenze aziendali e sindacali in atto nelle aziende senesi, per cercare di salvare il lavoro, a cominciare dalla vicenda di MPS».
 
Quale il primissimo tema da portare in giunta?
«Riorganizzazione della macchina comunale all’insegna del miglioramento della produttività».
 
Perché i senesi dovrebbero votarla?
«Perchè hanno bisogno di un sindaco affidabile ed autorevole, che sappia dialogare con i Comuni vicini e che sappia impostare un nuovo sistema di relazioni esterne per proiettare Siena verso una dimensione europea».
 
Il “Buongoverno” è…?

«Rendere trasparente e controllabile ogni atto della pubblica amministrazione e ridurre gradualmente la pressione fiscale».
 
Il suo nome per la Fondazione Mps è…? E perché?
«Dato che mi affiderò ad un sistema di vaglio delle competenze e delle esperienze, analogo a quello adottato a Milano dal sindaco Pisapia, il nome per la Fondazione potrà venire solo al termine di questa procedura».
 
SOTTO NERBO
 
Il piatto della cucina senese preferito: ribollita
Il libro sul comodino: “Oltre la rottamazione” (Matteo Renzi)
Lo scorcio cittadino del cuore: il panorama della città dall’alto della Torre del Mangia Personaggio storico/politico cui ispirarsi: mio zio Vittorio Meoni, l’unico partigiano scampato alla strage fascista del 1944 sul Monte Maggio
Il suo motto è: la libertà è partecipazione (Giorgio Gaber)

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