PRATO – La Procura di Prato, attraverso un comunicato ufficiale firmato dal procuratore Luca Tescaroli, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di Vasile Frumuzache.
La guardia giurata rumena di 32 anni, accusato dell’omicidio dell’escort rumena Maria Denisa Adas Paun, noto come Adas, avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 maggio scorsi.
Secondo l’accusa, Frumuzache avrebbe commesso i reati di omicidio aggravato e di distruzione e soppressione del cadavere della vittima. Le indagini hanno ricostruito un quadro dettagliato dell’accaduto: il 32enne, insieme ad altri soggetti ancora non identificati, si sarebbe recato nel residence Ferrucci di Prato, dove Maria Denisa riceveva i clienti nella camera 101. Qui, dopo aver avuto due rapporti sessuali con la donna, l’avrebbe uccisa strozzandola con entrambe le mani mentre lei era distesa sul letto.
Successivamente, il corpo della donna sarebbe stato trasferito altrove e decapitato con un’arma bianca. La testa sarebbe stata in parte bruciata nel giardino della sua abitazione, da dove sono stati recuperati frammenti ossei carbonizzati, mentre il resto del corpo, nascosto in una valigia, è stato abbandonato in un dirupo coperto di rovi vicino a un casolare abbandonato nella località Le Panteraie, nel Comune di Montecatini Terme (Pistoia).
Dalle indagini emerge che Frumuzache avrebbe agito con premeditazione, effettuando almeno due sopralluoghi nei pressi del residence Ferrucci il 14 maggio, per individuare il luogo e verificare eventuali presenze e flussi di clienti, parcheggiando la propria autovettura Volkswagen Golf nelle vicinanze.
Per occultare il delitto e garantirsi l’impunità, l’indagato avrebbe quindi distrutto parzialmente il cadavere, tagliando la testa e bruciandola, e occultando il resto del corpo nell’area boschiva menzionata. La ricostruzione degli spostamenti di Frumuzache è stata possibile grazie all’analisi approfondita dei tabulati telefonici, alle immagini delle telecamere di videosorveglianza attive nella zona, ai dati del sistema di lettura targhe e al posizionamento GPS dell’auto del sospettato, tutti elementi che hanno confermato la sua presenza nei luoghi e nelle ore chiave.
La mattina del 16 maggio, proprio grazie al monitoraggio del posizionamento della Golf, è stato rinvenuto il corpo decapitato della vittima.
Frumuzache, interrogato più volte, ha ammesso la sua responsabilità, fornendo dettagli sul modo in cui ha commesso l’omicidio e occultato il cadavere. Ha anche fatto ritrovare i telefoni della donna e ha dichiarato di aver agito da solo. Il movente dichiarato è stato un presunto ricatto: la vittima gli avrebbe chiesto 10.000 euro dopo il rapporto, minacciando di informare la moglie del tradimento.
Gli accertamenti psichiatrici condotti da esperti hanno stabilito che il 32enne era capace di intendere e di volere al momento del fatto e idoneo a stare in giudizio. Le indagini sono tuttora in corso per verificare eventuali ulteriori coinvolgimenti in altri omicidi oltre a quelli confessati.
Dopo l’arresto e il trasferimento nel carcere di Prato, Frumuzache è stato vittima di un’aggressione da parte di un altro detenuto, che gli ha versato dell’olio bollente sul volto.