«La prossima settimana i ristoratori, insieme ad altri associati Cna Toscana, scenderanno in piazza a Firenze per una manifestazione pacifica volta ad evidenziare i disagi e i problemi della categoria, alla quale va tutta la nostra solidarietà e comprensione». A dirlo Luca Tonini, presidente di Cna Toscana.

«La permanenza della Toscana nella zona arancione si traduce in un vero e proprio bagno di sangue per il settore della ristorazione – prosegue Tonini – . Parliamo di circa 20mila aziende che speravano di poter riaprire e invece non potranno farlo e di quasi 150mila lavoratori, tra indotto e diretti, che vedono seriamente a rischio il mantenimento del loro posto di lavoro.  Nonostante i numeri dei contagi siano notevolmente migliorati, rispetto a qualche settimana fa, il perverso meccanismo semaforico non consente alla nostra Regione di poter entrare in fascia gialla – sottolinea Tonini in una nota -. Questo si traduce in un forte danno per la ristorazione e per tutta la filiera del turismo».

La beffa «Oltre a questo – si legge nella nota – si aggiunge la beffa: se le cose proseguiranno in questo modo, la Toscana tornerà gialla non prima di domenica 20 dicembre, ovvero un giorno prima dello scattare delle nuove restrizioni contenute nel dpcm dello scorso 6 dicembre. Per le aziende significa, praticamente, perdere tutto l’anno e sperare di ripartire solo nel 2021». Per Tonini, «senza aiuti immediati si rischia che moltissime di queste realtà non riaprano ad anno nuovo. Chiediamo che si apra immediatamente un tavolo di crisi sulla ristorazione, con tutte le associazioni di categoria, perchè queste misure rischiano di condannare a morte migliaia di imprese e di lavoratori».

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