minucci-sienaNon si può dire che la notizia dell’arresto di Ferdinando Minucci abbia colto di sorpresa la tifoseria biancoverde, ma sicuramente ha comportato un incessante turbinio di pareri contrastanti fin dalle prime luci del mattino.

Deus ex machina Minucci, ex presidente della Mens Sana e attuale (probabilmente per poco tempo) presidente della Lega Basket in pectore ha segnato l’ultima decade di successi biancoverdi col proprio marchio. Idolatrato nei momenti di massimo prestigio dai propri tifosi, inviso ferocemente dagli avversari, che non gli perdonavano quella spregiudicatezza sfacciata, nel tempo diventata un vero e proprio marchio di fabbrica. Non si muoveva foglia alla Mens Sana senza il suo consenso, perlomeno prima che la Guardia di Finanza mettesse gli occhi addosso sulla società in seguito all’apertura dell’inchiesta Time Out. Che qualcosa stava cambiando i tifosi l’avevano ben percepito nella stagione passata (chiusa comunque con un insperato scudetto), ma il fossato che si è aperto sotto i piedi della società negli ultimi mesi ha comunque lasciato tutti di stucco, per profondità e pericolosità. L’arresto di Minucci con la formalizzazione delle accuse è solo un ultimo passo in questa escalation.

Paura e giustizia Una stagione particolare fin dall’inizio anche per la tifoseria, spaccata già dalle primissime settimane sulla questione Euroleague a Firenze e probabilmente mai veramente ricompattata dopo quel momento. Anche adesso c’è chi gioisce per l’arresto dell’ex presidente, augurando una giustizia severa per chi ha praticamente posto fine al futuro della società mensanina, ma c’è anche chi non riesce a essere contento per un esito che getta ancora più fango sull’immagine pubblica della Mens Sana. Prolificano le condivisioni della foto che vede l’ex presidentissimo in manette, seguita dai video, dalle notizie, dai comunicati e via dicendo. Mentre il mondo del basket italiano grida la sua gioia per la caduta dell’ex ‘dittatore’ anche negli ambienti biancoverdi non si è da meno, resta però quell’amarezza di fondo nel chiedersi quanti tra quelli che ora portano in alto il vessillo della giustizia lo abbiano osannato in tempi non sospetti. Perché se è vero che a Siena si usa una certa velocità a salire sul carro del vincitore (i 9628 spettatori della finale del primo scudetto per esempio) si usa la stessa rapidità nello scendere. Un simile fenomeno si è manifestato ai tempi delle accuse a Giuseppe Mussari, uomo che ha stretto il suo destino indissolubilmente con quello di Minucci, e adesso si ripete ancora.

Futuro incerto “E adesso?” E’ quello che si chiedono i tanti tifosi messi davanti a una dura realtà di accuse che potrebbero tagliare le gambe anche al destino della società. Inutile girarci attorno, il danno d’immagine è enorme e difficilmente riparabile, quello che però in tanti chiedono è di separare la condotta di un singolo dai tanti meriti sportivi di tutta la Mens Sana. E’ un’estate turbolenta e piena di dubbi quella che attende la tifoseria che però vuole e deve cercare di affrontarla compattandosi per la prima volta dopo molti mesi. Un primo passo può essere la manifestazione indetta per domenica, prima della partita contro Milano, quando in tanti partiranno in marcia verso il palazzetto da Piazza Salimbeni per provare a risvegliare l’attenzione delle istituzioni. Quello che ora tutti però vorrebbero è un po’ di calma per riuscire a ricostruire il futuro della Mens Sana, quella pace che in Viale Sclavo ormai non è più presente da molti mesi e che invece sarebbe necessaria per attirare investitori e sperare. Perché ora come ora i tifosi possono solo sperare in un futuro migliore.

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