Dal febbraio 2009 a oggi la Toscana ha evitato a oltre 50mila lavoratori la disoccupazione. “La Regione ha deciso di affidare altri 15 milioni di euro a Fidi Toscana, la sua finanziaria – ha detto il governatore Enrico Rossi – il nostro compito è infatti quello di aiutare le imprese a traghettare oltre la crisi. Dal febbraio 2009 ad oggi sono arrivate a Fidi circa 5.500 richieste di credito o prestiti. Per il momento abbiamo risposto positivamente a 4.000 di queste, facendo in modo che fosse concesso circa 1 miliardo di euro ad imprese toscane in difficoltà ed evitando la disoccupazione o la cassa integrazione per oltre 50.000 lavoratori”. Rossi ha presentato un primo rendiconto degli effetti dei provvedimenti varati dal suo predecessore Claudio Martini all’inizio dello scorso anno e al tempo stesso ha esposto un quadro dell’economia regionale, una situazione che – come ha sottolineato – vieta di usare termini ottimistici anche se non mancano segnali incoraggianti. Tra questi ha citato l’aumento dell’export, stimato al +15% contro una media nazionale inferiore di cinque punti.


Cresce la disoccupazione – “Non va taciuto – ha però aggiunto il presidente – la crescita dell’1,9% dei disoccupati rispetto al 2009, una quota che tocca oggi in Toscana il 7,1% contro l’8,9% a livello nazionale. Nella nostra regione sono circa 40.000 e abbiamo il 15% dei giovani sotto i 29 anni che non hanno lavoro e non stanno seguendo alcun percorso formativo. Il quadro non è confortante, ma ci indica che se non fossimo intervenuti nel sostegno alle imprese la situazione sarebbe certamente peggiore”. Rossi ha annunciato che da settembre sarà operativo l’ufficio istituito dalla Regione per attrarre gli investimenti, e che occorre discutere di come ricostituire e mantenere un sistema creditizio legato al territorio. “Non si tratta – ha precisato il presidente – di un sistema legato al passato, ma di come garantire un sostegno concreto ad artigiani e piccoli imprenditori. I dati segnalano che le banche locali hanno aiutato i nostri distretti produttivi molto di più di quanto abbiano fatto le banche centralizzate. È una questione che definirei etica: il risparmio non deve essere utilizzato per speculazioni finanziarie sui mercati mondiali con effetti nefasti, ma per il sostegno alle imprese. Per far questo non servono presenze politiche nel Consigli di amministrazione delle banche, ma un reimpiego etico dei risparmi. La Regione non intende sostituirsi alle banche, ma fornire strumenti di aiuto al sistema economico”.


Firenze

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