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FIRENZE – Sono trascorsi esattamente due anni dalla scomparsa di Kata, la bambina di origine peruviana svanita il 10 giugno 2023 dall’ex hotel Astor di Firenze.

Un edificio occupato abusivamente da oltre un centinaio di persone, prevalentemente della comunità peruviana. Per la madre, Katherine Alvarez Vasquez, il tempo sembra essersi fermato: «Per me è come se fosse successo ieri. Il primo pensiero appena sveglia è sempre lei. Non è facile» confessa, visibilmente commossa davanti ai cuori di carta attaccati al muro dell’ex albergo da cui la piccola è stata strappata.

Oggi, in occasione del secondo anniversario, un presidio commemorativo promosso dall’associazione Penelope si è tenuto proprio davanti all’ex hotel. Katherine rilancia un appello accorato: «Penso che Kata sia stata portata via da qualcuno che abitava lì dentro e probabilmente venduta. In tutto questo tempo non ho ricevuto nessun segnale, neanche una telefonata. C’è un’omertà totale tra gli ex occupanti e io non so nulla di mia figlia».

La madre è convinta che la chiave del mistero risieda proprio tra le persone che vivevano nell’edificio. Secondo le indagini, Kata sarebbe stata fatta uscire dall’hotel attraverso un’uscita secondaria non coperta dalle telecamere di sorveglianza, un passaggio noto solo a chi abitava lì da tempo. Katherine afferma inoltre di essere stata minacciata insieme al marito per essersi rifiutata di lasciare la stanza occupata nell’ex hotel, suggerendo che la scomparsa della bambina sia collegata a un tentativo di costringerli a lasciare l’edificio.

La madre non esclude neppure la pista della pedofilia, sebbene sia un pensiero doloroso da affrontare: «Non ho mai parlato di questo perché mi fa male, ma chiedo che tutte le ipotesi vengano approfondite con la stessa attenzione dedicata ad altri aspetti». Katherine sottolinea che non cerca vendetta, ma solo la verità: «Ogni giorno mi alzo per lottare perché voglio ritrovare la verità».

Recentemente la procura ha diffuso un identikit digitale della bambina aggiornata all’età attuale, ma la madre non riconosce l’immagine: «Sono rimasta con l’immagine di lei a cinque anni, quella mattina del 10 giugno 2023. Ho pianto tanto dopo aver visto la foto e ho chiesto agli inquirenti quanto fosse attendibile, perché sinceramente non la riconosco».

Sul fronte giudiziario, il processo per il racket delle estorsioni all’ex hotel Astor coinvolge anche lo zio materno di Kata, Abel Alvarez Vasquez, accusato insieme ad altri di estorsione e violenza ai danni degli occupanti dell’edificio. Questo contesto di illegalità e violenza contribuisce a delineare un quadro complesso e inquietante intorno alla scomparsa della bambina.

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