casa ecologicaPrevedere un sistema di incentivi, non solo economici, per le aziende agricole che investono nei processi di valorizzazione dei sottoprodotti agricoli o nella coltivazione e trasformazione di prodotti destinati all’edilizia. Premiare, negli appalti pubblici, l’impiego in edilizia di materiali “green” di origine agricola. Promuovere la nascita di start up nel settore e stimolare il recupero di aree industriali dismesse attraverso la coltivazione di specie per l’edilizia al posto dei vecchi edifici. Sono solo alcune delle proposte lanciate dai presidenti dell’Ordine degli architetti e dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Firenze, Egidio Raimondi e Paolo Gandi, a conclusione di “Agritettura – Nutrire il cantiere”, ciclo di incontri organizzati per fare il punto sull’impiego dei nuovi materiali per le costruzioni provenienti dall’agricoltura.

Un’edilizia sostenibile «L’obiettivo – spiegano Raimondi e Gandi – è promuovere la creazione di filiere integrate tra agricoltura, industria e mercato dell’edilizia e del design. Partendo dal presupposto che il ricorso ai prodotti più innovativi dell’edilizia ‘coltivata’ può avere ripercussioni molto positive sull’economia regionale e soprattutto sull’ambiente, considerato il bassissimo impatto che molti dei materiali impiegati hanno lungo tutto il loro ciclo di vita, smaltimento compreso. Il tema della sostenibilità in edilizia deve essere all’ordine del giorno nelle agende dei governi locali». Il decalogo di architetti e agronomi sarà consegnato alle istituzioni, in particolare alla Regione Toscana.

Agritettura, il decalogo

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