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Maglia nera per il tessile pratese, perdite sulle medie nazionali per il vivaismo pistoiese, cedimento contenuto per il cartario di Lucca. È la fotografia della produzione industriale del 2020 rilevata dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord.

Con i dati dell’ultimo trimestre dell’anno passato, il quarto, è stato possibile paragonare i risultati dell’intero 2020 a quelli del 2019, l’anno in cui non era comparsa sulla scena la pandemia: si va dal -5,4% della provincia di Lucca, probabilmente uno dei migliori risultati a livello nazionale, al -19,8% della provincia di Prato; intermedio il risultato di Pistoia, che segna un – 11,4%, una flessione identica al dato nazionale diffuso dall’Istat.

Grossi (Confindustria Toscana Nord): «Sistema produttivo in sofferenza»

«Il quadro complessivo è di un sistema produttivo in sofferenza, nonostante la determinazione con cui le imprese affrontano le difficoltà della pandemia – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi -. Una vera ripresa è legata a due fattori fondamentali: un nuovo decollo dei consumi, difficile finché i piani vaccinali non saranno giunti a livelli avanzati, e gli interventi pubblici».

Vicepresidente Marini: «Occorre un piano di sostegno ad hoc»

A commentare il dato più negativo, quello del tessile, è il vicepresidente dell’associazione Francesco Marini, che con la sua azienda opera proprio nel comparto dei tessuti: «Esiste nella pandemia un caso moda, che distingue questo settore dagli altri manifatturieri e che riguarda i mercati internazionali non meno che quello interno. Le imprese – conclude Marini – utilizzano questi tempi di stasi per capire come ripartire al meglio, appena ci saranno le condizioni, facendo leva sulle specificità delle produzioni pratesi e investendo in innovazione e riorganizzazione. Ma per il nostro settore occorre un piano di sostegno ad hoc, con misure eccezionali come eccezionale è la crisi che stiamo vivendo».

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