Empoli_sarri3«Vado forte in salita per abbreviare la mia agonia» disse un giorno Marco Pantani in un’intervista concessa a Gianni Mura per far capire le sue qualità tecniche eccelse ogni volta che il ciclista romagnolo percorreva strade di montagne. Un uomo di mare che amava le vette il vincitore del Tour de France del 1998, che viveva di contraddizioni ma anche e soprattutto di estremismi, e che soprattutto, al netto di una fine tragica, rimane negli occhi di tutti per la sua straordinaria capacità atletica di diventare forte quando le difficoltà aumentavano. Ed il tecnico dell’Empoli Maurizio Sarri forse sarà contento se la sua squadra viene paragonata al ragazzo di Cesenatico, che dava una mano a mamma Tonina a fare le piadine durante la stagione invernale ma che amava allenarsi fra le dure montagne dell’Emilia Romagna appena il sole iniziava a riscaldare il cielo.

Dal posto in banca alla panchina in serie A Si, perché il tecnico nato a Napoli ma cresciuto a Figline Valdarno, è un amante delle bici e del ciclismo, e, che ogni volta che si parla delle ruote lenticolari si emoziona più di quando gli viene descritta una bella azione di calcio o le caratteristiche di un giocatore dal grande talento. Il padre di Maurizio Sarri ha vinto quasi 40 gare da dilettanti proprio nel ciclismo e, forse il mister empolese ha appreso dal genitore quello spirito di sacrificio che solo chi vive fra tubolari e cambi conosce, con quella voglia di sorprendere sempre, sia con uno scatto che in una volata. La mentalità calcistica di uno dei tecnici più sorprendenti in positivo in questa serie A si è affinata poi in banca, dove ha lavorato sempre in giacca e cravatta ma a quelle convenzioni nell’abbigliamento si è ribellato, e dopo una lunga gavetta lunghissima, e’arrivato quest’anno in serie A, con una tuta addosso che non lascia quasi mai, perché in quei panni ci si sente meglio, senza abbandonare neanche le sigarette che sanno di coperta di Linus quando qualcosa in testa non gli torna. Sarri che capito in vita che senza rinunce in vita non si fa strada, che ha deciso di dare una conformazione calcistica alle sue squadre, a prescindere dagli obiettivi che vengono posti.

I passi verso la salvezza Ecco perché Maccarone e compagni, pur sapendo di doversi salvare quest’anno, non hanno smesso di produrre calcio e provare sempre a fare la partita, sia che si trovino di fronte il Milan o la Roma, che il Verona o il Cagliari, tanto da pagare dazio proprio contro i sardi (0-4) per quella voglia di non arretrare mai nella mentalità. Una salvezza da conquistare? Meglio farlo con dignità che provando solo a difendersi, facendo produrre scatti a ripetizione ai suoi uomini come le galoppate di Vecino a centrocampo, i lanci vellutati di Valdifiori in regia, le rincorse di Verdi sulla trequarti, con giusta menzione pure per le soluzioni su palla inattiva che esaltano Tonelli e Rugani, come fossero contropiedi da finesseur nelle grandi classiche. Non è un caso che uno dei fan dell’Empoli di Sarri sia il vincitore del Giro d’Italia del ’91 Franco Chioccioli. E c’è chi dice che non ci sarà da stupirsi che ad eventuale permanenza in A raggiunta, proprio l’ex allenatore anche di Stia, Tegoleto e Antella, sia pronto a fare un pellegrinaggio ciclistico con l’intera sua squadra alla Madonna del Pozzo, certamente non seduti sul sellino ma con continui scatti in salita. Come il Pantani di ieri o il Nibali di oggi, in pieno italian style, proprio il marchio di fabbrica dell’Empoli capitanato da Davide Moro.

 

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