«Siamo veramente al massacro: abbiamo circa 7.300 posti di lavoro in meno. Siamo l'Ilva della Toscana». Queste le parole di Fabio Banti, presidente di Confartigianato Imprese Toscana, commentando i dati dell'Osservatorio di Unioncamere sulla congiuntura del settore resi noti oggi. «Siamo di fronte – ha aggiunto – al silenzio degli innocenti: la micro e piccola impresa chiude senza rumore ma pagheremo caro il vuoto che lascia». Il primo problema di fondo, secondo il presidente di Confartigianato, rimane quello del credito: «Dobbiamo arginare la stretta creditizia delle banche – ha detto -, assicurare alle imprese la possibilità di accedere a garanzie consortili o similari, che possano essere di valido supporto alle loro richieste di fido».

L’analisi L'aggiornamento congiunturale di metà anno sulla situazione dell'artigianato toscano si colloca nel mezzo di una nuova fase di profonda recessione dell'economia italiana e rende conto di un nuovo e più marcato calo dei fatturati delle imprese artigiane toscane. Le imprese artigiane, generalmente caratterizzate da una minor proiezione all'estero, hanno subito in pieno il contraccolpo derivante da un mercato interno fortemente contratto. Il bilancio dei primi sei mesi del 2012 registra, per l'artigianato toscano, un nuovo deciso peggioramento delle performance economico-produttive, che s'innestano su una situazione di difficoltà ormai più che decennale.

I numeri Fra gennaio e giugno, il fatturato delle imprese artigiane manifatturiere è' diminuito dell'11,4%. La flessione ha interessato tutti i principali segmenti di attività, risultando più sostenuta nel tessile-maglieria-abbigliamento (-16,4%) e meno accentuata nella concia-pelletteria-calzature (-6,5%). Da segnalare il crollo del 19,3% del volume d'affari delle imprese artigiane operanti nel settore edile. A prescindere dal settore di attività continuano ad affrontare meglio la crisi le realtà più strutturate. Il gruppo delle imprese che ha fatto registrare un aumento del proprio fatturato si èdunque fortemente assottigliato rispetto alle precedenti rilevazioni, attestandosi al 6,1% nel caso del manifatturiero – era il 17,6% nel primo semestre 2011 – ed al 3,6% nell'edilizia. La capacità di competere sui mercati internazionali resta tuttavia, anche in questa fase, un fattore in grado di ''fare la differenza'' nelle performance registrate: fra le imprese artigiane manifatturiere esportatrici, infatti, la quota d'imprese con fatturato in aumento (11,4%) e' pari ad oltre il doppio rispetto a quanto rilevato per il gruppo delle non esportatrici (5,3%). In forte calo la propensione ad investire: nell'ultimo biennio la quota di imprese con programmi di investimento in corso e' infatti diminuita dal 14,7% (I semestre 2010) all'8,4% (I semestre 2012) nel manifatturiero, e dal 10,4% al 3,2% nell'edilizia. A questo si aggiunge la riduzione della natalità delle imprese (fra il 1° luglio 2011 ed il 30 giugno 2012 le iscrizioni di aziende artigiane al Registro delle Imprese sono infatti scese sotto ''quota 10 mila'', dopo aver toccato quasi 12 mila unità a cavallo del 2006-2007), mentre tende ad aumentare la mortalità (le cessazioni, al netto di quelle d'ufficio, sono cresciute di oltre 400 unità rispetto all'analogo periodo del 2011), con il risultato che da giugno 2011 a giugno 2012 il saldo fra ingressi ed uscite e' stato negativo per 1.534 unità, determinando una riduzione del tessuto imprenditoriale artigiano dell'1,3%.

Occupazione in calo Da registrare anche una diminuzione dal primo semestre 2011 allo stesso periodo del 2012 degli addetti operanti nelle imprese artigiane toscane del manifatturiero e dell'edilizia di circa 5.400 unità (-2,9%), che sale a 7.300 (-4,0%) se si considera il saldo imprenditoriale negativo verificatosi nel periodo, per i tre quarti nell'edilizia (-5.500 addetti, pari al -6,5%) e per la parte restante nel manifatturiero (-1.800 addetti, pari al -1,8%).

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