FIRENZE – Le imprese fiorentine gestite da stranieri sono quasi 19mila. Rappresentano il 30% di quelle toscane: la terza regione dopo Lombardia e Lazio.

A rilevarlo il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria curato dal Centro Studi e Ricerche Idos, in collaborazione con Cna. L’imprenditorialità immigrata si conferma non solo come un pilastro dell’economia, ma anche come un esempio di dinamismo e resilienza, contribuendo in modo sostanziale al progresso sociale ed economico.

A confermarlo, la sua ininterrotta espansione anche in periodi di crisi e in controtendenza con l’andamento delle imprese autoctone, tendenti al ristagno se non alla contrazione. Nel periodo 2017-2022, mentre le imprese gestite da italiani hanno conosciuto nella Metrocittà di Firenze una flessione dello 0,6%, quelle condotte da migranti hanno registrato un aumento dell’8,7%.

Per quanto riguarda i paesi di nascita dei titolari di imprese individuali, i principali paesi di origine sono, nell’ordine, Cina (vi è nato il 28,5% degli imprenditori), Albania (12,9%), Romania (12,9%), Marocco (10%), Bangladesh (3%) e Tunisia (2,7%).

“La presenza imprenditoriale degli immigrati costituisce un pilastro essenziale per favorire lo sviluppo sostenibile e inclusivo delle comunità locali – ha affermato Giacomo Cioni, presidente Cna Firenze -. Le diverse prospettive e competenze che gli imprenditori immigrati portano con sé fungono da motore per l’innovazione e lo sviluppo economico. È cruciale semplificare il quadro normativo esistente per agevolare l’accesso dei lavoratori immigrati ai visti in Italia e in Europa, eliminando gli ostacoli burocratici e semplificando le procedure”.

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