FIRENZE – Sono arrivati in migliaia per portare un segno di vicinanza a chi è rimasto sotto le macerie nel crollo del cantiere di via Mariti a Firenze.

E’ il giorno dello sciopero nazionale indetto da Cgil e Uil. Presenti il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e quello della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che hanno deposto alla rete del cantiere due mazzi di rose bianche. “Basta parlare di cordoglio — hanno affermato Cgil e Uil nella convocazione — è il momento che il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità”.

Landini ha aggiunto: «Zero morti sul lavoro non deve rimanere solo lo slogan della Uil ma deve diventare lo slogan di tutto il mondo del lavoro. Con la patente a punti quello che è successo qui non sarebbe successo perché la ditta era la stessa dell’incidente avvenuto un anno fa nel cantiere Esselunga a Genova”.

A rincarare è intervenuto Bombardieri: “In tre giorni non abbiamo sentito una sola affermazione da parte delle associazioni datoriali. Vorremo sapere se non solo hanno preso coscienza, ma se a loro sta bene questa situazione, se chiedono di cambiare delle cose perché molti accordi che noi abbiamo fatto con loro hanno prodotto degli effetti. In questo momento non li abbiamo proprio sentiti fiatare. Magari dicessero qualcosa, dicessero se c’è qualcosa da fare”.

Assente la Cisl, che ha ribadito la diversità di approccio portata avanti a livello nazionale, con meno manifestazioni ma con più “fatica di escogitare regole efficaci che si possono dare risposte concrete”.

In strada è sceso anche Dario Nardella, sindaco di Firenze, che è tornato a parlare dell’omicidio sul lavoro dopo la risposta negativa del ministro Carlo Nordio: “Mi pare una risposta a caldo, partire con un no non mi sembra un grande gesto di disponibilità al confronto. Se il ministro propone altre soluzioni parliamone. Non abbiamo bisogno né di spot né di passerelle”.

In occasione dello sciopero si sono fermati alcune grandi aziende toscane. Dalla Baker Hughes-Nuovo Pignone di Firenze alla Hitachi Rail di Pistoia, dalla Whirlpool di Siena alla Leonardo di Campi Bisenzio

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