Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione MpsSalvaguardia del patrimonio, niente erogazioni a pioggia e una valutazione su possibili modifiche allo statuto. Queste le priorità che hanno indicato gli enti nominanti della Fondazione Mps durante un audit che si è tenuta questo pomeriggio e alla quale hanno partecipato i rappresentanti di Regione Toscana, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Siena, Arcidiocesi, Università degli studi e Università per Stranieri di Siena, Consulta del Volontariato, Cnr e Consiglio per i beni culturali oltre ai componenti della deputazione generale e della nuova deputazione amministratrice. Presente alla riunione anche il presidente Marcello Clarich che proprio ieri a Siena, intervenendo alla festa de l’Unità, aveva indicato come il patrimonio della Fondazione, la sua “linea maginot”, non potesse essere investito in un unico asset riferendosi alle azioni di banca Mps. Ma l’augurio del successore di Antonella Mansi è quello che non prenda corpo l’ipotesi di un nuovo aumento di capitale di Mps in caso di andamento negativo degli stress test di autunno.

Irrisolto il nodo cda «Indispensabile» secondo Clarich, per il futuro della Fondazione, sarà il rafforzamento del patto di sindacato siglato con Btg Pactual e Fintech e che, oggi, consente ai tre soggetti di detenere il 9% dell’azionariato di banca Mps. I due pattisti sudamericani hanno però già storto più volte il naso sull’empasse che si è venuto a creare intorno alle poltrone nel cda di Rocca Salimbeni. Nessuno dei quattro nominati dalla Fondazione avrebbe ad oggi risposto ufficialmente alla lettera-invito a lasciare il loro incarico per far spazio ai rappresentanti di Btg e Fintech come previsto dal patto. A Palazzo Sansedoni si attende una risposta nei prossimi giorni dopo l’opera di moral suasion e, anche se i soci avrebbero preso atto dell’azione di “best effort” intrapresa dalla deputazione amministratrice, il nodo cda va sciolto entro il 10 settembre anche perchè, come ha dichiarato Clarich, «non esiste un piano b».

Erogazioni soggette a rinegoziazione Entro la fine del mese invece dovrà essere redatto e approvato dalla deputazione generale il documento di programmazione strategica pluriennale ed una nuova riunione è stata fissata per il 29 settembre. L’ultimo documento pluriennale era stato approvato ad ottobre scorso quando era indispensabile la salvezza dell’ente. Poco meno di un anno fa la priorità era quella di non cedere «goccia a goccia» la partecipazione nella conferitaria. Oggi che la Fondazione detiene il 2,5% di banca Mps la salvezza sembra compiuta e l’ente guidato adesso da Clarich guarda al futuro. Un domani che non sarà più fatto di erogazioni a pioggia anche se lo stesso presidente ha rivelato che stanno arrivando continue richieste di contributi tanto che, approfittando ieri della sua prima uscita pubblica alla festa de l’Unità di Siena, ha detto: «per favore non inviatele più». E anche le erogazioni stabilite negli anni passati potrebbero essere soggette a rinegoziazione.

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