Stefano Mugnai
Stefano Mugnai
Stefano Mugnai

«Con questi ballottaggi abbiamo cambiato la geografia politica della Toscana: il Pd ha perso cinque sfide su sei, noi ne abbiamo vinte tre su quattro». E’ un coordinatore regionale fiero dei risultati, quello di Forza Italia Stefano Mugnai che ha esposto la sua analisi di quanto uscito dalle urne. «E’ un’affermazione netta che pensavamo possibile poiché le sensazioni che arrivavano dai territori andavano in questa direzione, ed è in controtendenza col dato nazionale, poiché in Toscana l’alternativa vincente al sistema di potere del Pd non è il M5S ma è il centrodestra unito con Forza Italia protagonista» ha affermato.

«L’alternativa al Pd siamo noi» I numeri sembrano dargli ragione: «Badando ai 26 comuni chiamati al voto in questa tornata amministrativa, se fino al 4 giugno amministravamo 23.353 cittadini su un totale di 362.035, ovvero il 6,45% del totale. Oggi ne amministriamo 179.434, ovvero il 49,56%. Come Forza Italia, sommando i voti nei sei comuni sopra il 15mila abitanti chiamati alle urne in questa tornata, passiamo da 6.815 voti delle regionali 2015 agli 8.349 del 2016. Per un gruppo dirigente, questo, che si è insediato appena undici mesi fa sono non solo soddisfatto, ma orgoglioso di questo risultato, per il quale ringrazio dirigenti e quadri del partito che hanno svolto un lavoro eccezionale e difficilissimo. Clamoroso è il dato della Toscana del Sud, dove abbiamo ridefinito la geografia politica, ma in generale qui in Toscana, complice forse l’esperienza di Livorno, l’alternativa al Pd siamo noi e non i 5 Stelle che invece conseguono risultati importanti ma non in grado di incarnare l’alternativa. Questo compito, questa responsabilità, compete a noi».

«Dove abbiamo vinto candidati con storie storie che li hanno visti impegnati direttamente o indirettamente con Pdl o con Forza Italia» Mugnai scorpora i risultati aggregati declinandoli Comune per Comune: «A Grosseto – ha aggiunto– dal 2015 a oggi siamo passati da 1.881 a 3.110 voti, a Montevarchi da 861a 907, a Sesto passiamo da 796 a 1138, ad Altopascio da 1410 a 2001. Perdiamo qualcosa a Cascina (con una flessione da 1082 a 845), dove la candidata sindaco leghista ha ovviamente catalizzato sulla Lega, e a Sansepolcro, con 348 voti dai 651 delle regionali 2015, dove la presenza di una lista trasversale che ha rischiato di vincere al primo turno e stravinto al ballottaggio ha sottratto voti a tutti; una lista con cui molti sono i punti di convergenza programmatica. Questo in un quadro dove le liste civiche hanno fatto buoni e ottimi risultati, drenando consensi a tutti i partiti, è vero, ma averle in coalizione ci ha consentito prima di andare ai ballottaggi, e poi di vincerli come a Grosseto, Montevarchi, Cascina». «Il confronto coi risultati del 2011 sarebbe una forzatura: il quadro oggi è mutato profondamente – ha osservato Mugnai – Nel 2011 c’era addirittura ancora il Pdl, che nel frattempo ha subito un numero significativo di scissioni. Meglio se guardiamo ai Comuni. Tra quelli andati al voto nel 2016 prima amministravamo solo Altopascio, Pontremoli e Capraia Isola. Oggi cediamo Altopascio, dove il sindaco uscente ha ottenuto comunque una valanga di preferenze personali, ma confermiamo Pontremoli e Capraia mentre al Pd strappiamo Grosseto, l’unico capoluogo chiamato al voto in questa tornata, Montevarchi, Cascina, Anghiari e Orbetello. La maggior parte dei candidati, tranne Cascina, provengono da storie che li hanno visti impegnati direttamente o indirettamente con il Pdl o con Forza Italia. Oltre a questi comuni, il Pd comunque nella terra di Renzi ha perso anche Sansepolcro e Sesto Fiorentino, che non son poca cosa affatto».

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