Il segretario provinciale del Pd di Arezzo Massimiliano Dindalini
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Il vincitore delle primarie Paolo Ricci

Montevarchi corre verso le elezioni comunali, ma tra onde alte e “maretta”. Almeno per quanto riguarda il centro-sinistra. Le primarie di coalizione, che si sono tenute domenica scorsa, hanno portato alla vittoria di un outsider, Paolo Ricci (Democratici e Progressisti), mentre il sindaco uscente Francesco Maria Grasso (Pd), per sette voti si è visto “soffiare” la possibilità di correre per la seconda volta alla poltrona da sindaco. Grasso ha quindi innescato una serie di critiche e feroci polemiche sia contro il Pd che contro i Democratici e Progressisti. «Dichiaro di aver aderito alla procedura delle primarie credendo che queste si svolgessero in modo trasparente e senza accordi ‘sottobanco’»; «Il Pd regionale non ha mosso un dito per affermare che quando un sindaco al primo mandato ha ricevuto una valutazione positiva deve essere almeno difeso dalla comunità politica a cui appartiene. Un Pd che non solo non telefona, ma che si dimentica dei propri iscritti, al contrario telefona e rassicura l’attuale vincitore delle primarie, esponente di una lista civica che per oltre cinque anni in Consiglio Comunale, non ha fatto altro che distruggere il lavoro portato avanti dalla attuale Amministrazione»; e ancora, Grasso fa riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Maurizio D’Ettore (Forza Italia) secondo cui nel dicembre 2015 si sono svolti degli incontri tra lui e i «Democratici e progressisti» mentre contemporaneamente gli stessi «trattavano con il Pd il percorso delle primarie». Insomma, Grasso grida al tradimento. E non l’ha mandata a dire a Dario Parrini, segretario regionale Pd, accusandolo di non interessarsi agli iscritti al Pd quanto ad «alleanze di centro-sinistra più ampie possibile e pertanto primarie ad ogni costo, come ‘sollecitato’ da importanti esponenti locali del Pd della propria area». A fronte di queste accuse, sorge spontaneo chiedersi come si pone il Pd provinciale in questa vicenda. Getterà acqua sul fuoco? Agenziaimpress.it lo ha chiesto al segretario Massimiliano Dindalini.

Il segretario provinciale del Pd di Arezzo Massimiliano Dindalini
Il segretario provinciale del Pd di Arezzo Massimiliano Dindalini

«Il Pd si dissoci dalle primarie». E’ la richiesta avanzata da Grasso. Dindalini, cosa gli risponde?

«Il nostro candidato è Paolo Ricci perché ha vinto le primarie. Ha vinto di poco, ma ha vinto e questo è l’esercizio della democrazia».

 Grasso dice che le dichiarazioni di Maurizio D’Ettore sono la prova di un tradimento da parte dei Democratici e Progressisti, che mentre trattavano con il centro destra, stavano trattando anche con il Pd.

«Come hanno dichiarato i Democratici e Progressisti, tra loro e il centrodestra ci sono stati degli incontri, a fine 2015, così come li hanno avuti con altre forze politiche. Non certo sottobanco, come dice Grasso, ma, come è nella normalità della politica, semplicemente per confrontarsi».

 “Democratici e progressisti” sono all’opposizione di Grasso e in questi 5 anni hanno attaccato ferocemente sia il Pd che il sindaco. Come è pensabile fare, adesso, una coalizione con loro?

«Non direi che ci sono stati feroci attacchi. Su alcuni argomenti si sono opposti fortemente al sindaco; su altri si sono astenuti; su altri ancora hanno dato il loro ok. E’ chiaro che dovevano rispettare il mandato elettorale, cioè fare opposizione. Tra l’altro, a fine legislatura, hanno condiviso un giudizio positivo sul sindaco».

La bagarre è iniziata poche settimane fa, quando sono state indette le primarie. E’ vero che avete deciso di farle dopo che un sondaggio dava per sfavorito il sindaco uscente?

«Assolutamente no. Il sondaggio risale a fine 2015 e non esprimeva un giudizio negativo su Grasso. Le Primarie sono state fatte perché abbiamo trovato un accordo politico con i Democratici e Progressisti, con l’obiettivo di riunire le anime del centrosinistra. A Montevarchi è andata così, ma per esempio a Sansepolcro, che non sono stati trovati accordi, le primarie non ci sono state».

Al momento di indire le primarie, come ha reagito Grasso?

«Il Pd non ha mai escluso le primarie. Grasso ha partecipato a tutti i tavoli che hanno definito gli accordi. E’ sempre stato presente. Ci tengo a precisare che avendo perso per soli 7 voti, il sindaco uscente è per noi una risorsa. Lo ringraziamo per aver anteposto la coalizione a se stesso. Si è sacrificato e di questo gliene siamo grati».

Alle primarie, un esponente non-Pd ha battuto due esponenti Pd. Non potete essere soddisfatti di questo….

«E perché? Ci sono tanti casi di nostri sindaci che non hanno la tessera del Pd. Faccio qualche esempio anche in provincia di Arezzo: Scarpellini a Monte San Savino; Caleri a Pratovecchio. Oppure penso a Pisapia, sindaco del Pd ma non iscritto al partito. Nell’ambito delle primarie di coalizione, chi vince è il candidato del Pd. A Montevarchi perdiamo solo se, a questo punto, sarà Paolo Ricci a perdere. Lui è il candidato di tutta la coalizione».

Cosa rimprovera a Grasso?

«Non direi rimprovero, ma un appunto credo gli possa essere fatto: non ha fatto conoscere tutte le cose realizzate in questi 5 anni a Montevarchi. La città è cambiata in meglio ma Grasso non ha saputo trasmettere quanto fatto».

Crede che Grasso si candiderà fuori dal partito?

«No, io conosco Grasso. E’ una persona responsabile e mi auguro che anteponga l’interesse generale della coalizione al suo, come ha fatto finora. Potrà prendersi una rivincita se contribuirà a far fare un bel risultato al Pd».

Vi siete sentiti o visti?

«Si, certo, ci sentiamo quotidianamente. Con grande tranquillità, perché tra me e lui i rapporti sono buoni. Quando Grasso fa riferimento a operazioni sottobanco, non si riferisce a figure ufficiali del Pd».

Il lavoro per le liste e il programma di coalizione come sta procedendo?

«I tempi sono stretti e questo sarà un fine settimana di grande lavoro. Martedì prossimo è in programma l’assemblea. Vediamo per quel giorno a che punto saremo per lista e programma».

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