Il presidente toscano

FIRENZE – “I Cpr, per come li abbiamo conosciuti finora, mi lasciano assolutamente perplesso, e quindi io non sono favorevole a un Cpr in Toscana”. E comunque “prima di arrivare a prevedere nuovi Cpr in generale, in Italia, ne cambierei la natura”.

Eugenio Giani non si sottrae sull’idea del ministro Piantedosi di prevede un centro per i rimpatri in ogni regione. “Vorrei vederli diversi da quello che sono sostanzialmente oggi, con stati sostanzialmente detentivi degli immigrati che lì vengono portati per il rimpatrio”, ha aggiunto il governatore, che poi ha aggiunto: “Li vorrei vedere più vicini al concetto di centro di accoglienza, anche se coloro che sono arrivati si sono resi responsabili di reati e conseguentemente devono essere riportati da dove vengono. Perché anche la forma rieducativa, che in qualche modo di fronte al primo approccio in Italia ci può caratterizzare, dovrebbe vederli come centri dotati di caratteristiche di assistenza sociale, di recupero ad attività di utilità sociale, che potrebbero a quel punto renderli non delle sostanziali carceri ma invece dei centri che a quel punto davvero potremmo vedere tutti come strumento di formazione e rieducazione, nel momento in cui vengono costruiti uno per regione come viene detto”.

I sindaci, ha fatto notare Giani, “vivono una situazione nella quale se sono direttamente interessati dal Cpr dicono no, se non lo sono dicono sì, e quindi io vorrei un po’ superare questa logica. Apprezzo le parole di Nardella sul fatto di doverli pensare in modo diverso. E allora sotto questo aspetto io ben vengano riunioni con loro, ma soprattutto con gli esponenti del Ministero, perché ripeto, al di là dei sindaci e dei presidenti di Regione, i Cpr hanno una competenza a livello nazionale, nei poteri del governo”.

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