Gioco delle tre carte. Dal film "Febbre da cavallo"
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FIRENZE Alzi la mano chi non si è mai imbattuto per strada, in stazione, durante una fiera, in quei capannelli animati dove si gioca al gioco delle tre carte. Un gioco tanto semplice nella regola quanto complicato nel riuscire a vincere. Frutto dell’abilità del banco e dell’occhio ingenuo dello scommettitore, finisce spesso con una scommessa persa e soldi buttati al vento.

Per attirare passanti, turisti e malcapitati, insieme al mazziere che muove le carte, anche qualche complice che fa finta di vincere grandi somme: “è più veloce la mano o l’occhio?”, dice il maziere nel muovere le tre carte (o le campanelle) sull’improvvisato e volante banchetto. E la vittima cede alla scomessa, convinta di avere indovinato dove si trovi l’asso. Scommette e regolarmente perde i suoi soldi.

Ma tutto questo può considerarsi truffa, inganno o consapevole e volontaria scelta di partecipare a un gioco?

Secondo gli uomini della Guardia di Finanza di Firenze si tratta di una truffa e questo pomeriggio in piazzale Michelangelo, gonfio come sempre di turisti e occasionali visitatori, hanno pizzicato un uomo intento a fare il gioco delle tre carte. Lo hanno sanzionato e sequestrato l’attrezzatura, immaginiamo un mazzo di carte e un banchetto volante. Mentre sarebbero in corso indagini per individuare “eventuali complici dell’uomo”, che immaginiamo si siano dileguati alla vista degli agenti.

Ma rimane il quesito di fondo. In Italia è considerata truffa questo tipo di gioco e scommessa in mezzo alla strada? Perchè recentemente proprio la Cassazione (sentenza n. 26321/2020) ha stabilito che “il gioco delle tre carte non è reato” e che “senza un’organizzazione e svolto in via occasionale, stante la sua aleatorietà e l’assenza di artifizi e raggiri, non è reato”.

Ma l’uomo, si legge in una nota, era “già gravato da precedenti specifici”. In questo caso, possiamo dire che è stata più veloce la mano dei finanziari a fermarlo.